La Roma non ce la fa più. Non ce la fa a correre, non ce la fa a giocare ma soprattutto non ce la fa a vincere le partite. In campionato nelle ultime 15 partite le è successo solamente 3 volte, poi 10 pareggi e 2 sconfitte, con una media di 1,26 punti a partita. Troppo poco per chi è partito ad inizio stagione con l’ambizione di vincere lo scudetto e di fare bene in Champions. Ma il campionato e l’Europa (sia la Champions, sia l’Europa League) sono svaniti da un bel po’, e di partita in partita l’asticella degli obiettivi si è abbassata sempre di più: ora anche il terzo posto è in bilico.
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La Roma affonda, ora rischia tutto. Garcia: «Nulla ancora è perduto»
La squadra fatica a fare tutto: a giocare, a segnare, a mantenere il pareggio ma soprattutto a vincere
«Non c’è niente di perso - le parole del tecnico a fine gara - anche se le giornate passano e non ne rimangono troppe. Ora dobbiamo solo pensare a vincere col Sassuolo. I ragazzi devono alzare la testa, giochiamo ogni tre giorni e dobbiamo farlo con la stessa voglia nella nostra area e in quella avversaria. L’atteggiamento della squadra è stato buono, l’Inter ha dei giocatori forti. Era possibile fare meglio sul piano difensivo».
La differenza l’hanno fatta gli attaccanti. «I miei non devono perdere fiducia. Il problema è stato più di impostazione dalla difesa, abbiamo sbagliato troppo. Gli attaccanti hanno fatto una buona gara, avremmo avuto bisogno di un po’ di fortuna in più, anche Florenzi ha avuto una grande occasione. Dobbiamo migliorare ed essere più efficaci davanti alla porta, dovevamo fare il secondo gol e vincere la partita. Un pareggio sarebbe stato più giusto, sappiamo che a questo livello una partita si può decidere anche con un episodio. Nel primo tempo abbiamo colpito un palo, abbiamo giocato da Roma. Abbiamo fatto in difesa alcune scelte sbagliate, soprattutto sul secondo gol subìto, ma la gara della squadra in generale è stata di buona qualità. Niente a che vedere con la partita giocata la settimana scorsa contro l’Atalanta».
È arrivata, però, la quarta sconfitta in campionato. «Sullo spirito della squadra e sulla voglia di vincere non ho nulla da rimproverare, anche perché non c’è tempo per recriminare visto che dovremo giocare subito un’altra partita. Tatticamente ho dovuto togliere Pjanic e Ibarbo e non potevo rimanere con il rombo che ci aveva dato maggiore profondità e aveva portato i nostri attaccanti a sfruttare gli spazi. Ci abbiamo messo troppo tempo a fare il cambio di Doumbia perché non sapevamo se Keita poteva rimanere in campo».
Amara, a fine gara, anche l’analisi del d.s. Walter Sabatini. «Non andare in Champions - le sue parole - sarebbe un fallimento. Dobbiamo resettare la nostra mentalità e abituarci ad una nuova realtà per noi, che siamo stati primi o secondi per circa due anni. Ora siamo scivolati giù, ma la gara contro l’Inter ci ha fornito segnali incoraggianti. Il futuro di Totti? Ha ancora un anno di contratto, solo lui ci potrà dare indicazioni sul suo futuro».
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