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Garcia va oltre il Chievo: «Siamo i più forti vinceremo lo scudetto»

Per Rudi Garcia, Juve-Roma è stata tutt’altro che una sconfitta. E' fiero dei suoi giocatori, che hanno dimostrato forza e personalità.

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Tutto si può dire di Rudi Garcia, ma, di sicuro, non che sia superstizioso. Sceglie un venerdì 17 per dire che la Roma vincerà lo scudetto, facendo accapponare la pelle ai tifosi più scaramantici. È un messaggio forte, lanciato a tutti: alla squadra, ai tifosi, agli avversari juventini, al Palazzo del calcio italiano, persino al presidente Pallotta. È il modo per dire che la fortuna ce la costruiamo da soli. A partire da oggi, contro il Chievo, all’Olimpico.

«Per me Juve-Roma è stata tutt’altro che una sconfitta. Sono fiero dei miei giocatori, che hanno dimostrato forza e personalità. Sulla Juve voglio solo dire una cosa sola: è stata una vergogna l’accoglienza in tribuna e in panchina, questa cosa è inaccettabile. Vorrei dire un’altra cosa sul mio capitano: quando Totti parla deve essere rispettato, perché è un grande uomo. I suoi valori sono un bene per il calcio. Si è sentito vittima di un’ingiustizia, dopo la partita, proprio perché i suoi valori sono stati traditi. Ho rivisto la gara e le immagini parlano da sole. Quello che mi ha colpito è che anche il miglior arbitro può soffrire la pressione di una gara così. Ho visto una Roma forte, ho capito che quest’anno vinceremo lo scudetto. Sono molto più preoccupato della gara contro il Chievo, perché arriva dopo tutto questo casino mediatico e prima di una gara prestigiosa di Champions League. Anche i tifosi ci devono aiutare a prendere i tre punti, perché se vogliamo vincere lo scudetto dobbiamo vincere questa gara, quella dopo e tutte le altre ancora». Garcia si sarebbe aspettato scuse ufficiali, da parte della Juve, per gli insulti dei tifosi a Ljajic e Strootman («zingaro» e «zoppo»), gli sputi e lo schiaffo al preparatore dei portieri Guido Nanni.

Capitolo chiuso: «Io sono il capo del branco, ma i lupi sono i calciatori. Quando giocano devono avere la consapevolezza della nostra forza ma devono mostrarla in campo. Forse non vinceremo tutte le partite ma dobbiamo provarci».

Capitolo aperto per l’aiuto agli arbitri sotto pressione: «Io ho parlato di tecnologia, non di moviola in campo. Nel tennis è possibile sapere se la palla è dentro o no, perché nel calcio non si può fare lo stesso per sapere se è rigore o no? Mi chiedete perché sono arrivato a dire una cosa forte come vinceremo lo scudetto? Perché ho le mie ragioni, ma voi siete molto intelligenti e avete già capito tutto».

Iturbe non è stato convocato, ma sarà pronto per martedì, contro il Bayern. Probabile panchina per Totti e Gervinho, con Destro e Ljajic in campo. Emergenza a centrocampo, con l’esordio di Paredes dal primo minuto.