rassegna stampa roma

De Santis accolto dai cori ultrà. La mamma di Ciro «Per me è stato un altro dolore»

Insieme nell’aula del tribunale che ha rinviato a processo l’ex ultrà romanista con l’accusa di omicidio volontario, la madre di Ciro Esposito e il suo presunto assassino, si incontrano per la prima volta ma non incrociano lo sguardo

Redazione

Si incontrano per la prima volta ma non incrociano lo sguardo. Antonella Leardi e Daniele De Santis, la madre di Ciro Esposito e il suo presunto assassino, insieme nell’aula del tribunale che ha rinviato a processo l’ex ultrà romanista con l’accusa di omicidio volontario.

«È stato un momento duro. Quello che ho provato è simile a quello che si prova quando l’ostetrica ti prende il figlio appena nato», dice la donna. Non parla invece «Danielino», accompagnato dagli incoraggiamenti urlati da amici e parenti (allontanati per questo dai carabinieri). Sull’altra sponda lo zio della vittima, con la maglietta «Ciro vive».

È passato quasi un anno da quel Napoli-Fiorentina,finale di Coppa Italia del 3 maggio scorso. Il passaggio dei pullman dei tifosi azzurri nell’area di Tor Di Quinto verso l’Olimpico, l’agguato con minacce e fumogeni da parte di De Santis e altri romanisti davanti al centro sportivo dove l’ex militante della curva sud giallorossa con legami nell’estrema destra, la rincorsa di Ciro con altri napoletani, la rissa e i colpi di pistola che costeranno la vita al 23enne dopo 53 giorni di agonia. Sarà processato con l’accusa di rissa aggravata anche Gennaro Fioretti, che era con Esposito. Mentre la posizione dell’altro tifoso azzurro, Alfonso Esposito, sarà valutata separatamente per un difetto di notifica (ma il processo sarà comunque unificato).

De Santis, accusato anche di lesioni e porto abusivo d’armi, era in barella per le ferite al piede destro, rimasto schiacciato mentre provava a chiudere dietro di sé il cancello del Ciak Village. Rischia l’amputazione. La perizia del Racis dei carabinieri ha stabilito che fece fuoco con una Benelli a matricola trapanata e proiettili artigianali dopo essere finito a terra e ferito con quattro coltellate all’addome. Ciro Esposito fu raggiunto frontalmente da due proiettili esplosi da una distanza di 50 centimetri mentre era sopra di lui. Indagini ancora in corso, invece, su altri quattro romanisti che parteciparono al primo assalto. «La morte di Esposito — dice l’avvocato Angelo Pisani, che assiste la famiglia — è “l’imprevisto” in un piano nato per seminare il panico allo stadio e dare la colpa ai napoletani. De Santis ha ignorato la mamma di Ciro che provava a dargli una foto del figlio».

«La decisione del Gup è stata da noi sollecitata e non subita nel momento in cui abbiamo chiesto il processo con rito ordinario», ribattono gli avvocati di Danielino, Tommaso Politi e David Terracina. Sullo sfondo l’eco degli striscioni romanisti contro la mamma di Ciro e il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, che accusa: «Le società facciano fino in fondo il loro lavoro ed eliminino ogni compiacenza con le tifoserie violente».

Le parole di distensione arrivano ancora una volta dalla signora Leardi: «Gli incitamenti a De Santis? Non li critico, non mi sento di farlo. Anche se è un assassino sono pur sempre i suoi parenti».