Erano passate da pochi minuti le 22.15; lo stadio si svuotava stancamente e il traffico accompagnava i tifosi verso casa. Una manciata di minuti prima, ad un giro di lancette dal termine della partita, Marco Materazzimetteva fine alla striscia di undici vittorie consecutive della Roma di Spalletti con un colpo di testa fulminante sul quale Doni nulla aveva potuto. Si interruppe la striscia ma, contestualmente, si delineò la dimensione di una squadra che di lì a poco avrebbe fatto tremare l'Europa. Questa sera ci saranno in palio tre punti che potrebbero regalare a Spalletti la nona vittoria di fila, come un destino che sembra ripetersi. Tra la Roma e la vittoria, però, la squadra e l'allenatore che fronteggiarono con orgoglio la prima Roma spallettiana. Già, perché dopo il ritorno di Mancini sulla panchina milanese verso la metà dello scorso campionato, anche Spalletti ha ripreso il controllo della sponda giallorossa del Tevere ed è pronto a lanciare la sfida. Rispetto al passato, però, i valori tecnici sono all'opposto e proprio la squadra della Capitale può vantare un organico più completo; se a questo dato vengono addizionati i forfait di Palacio - squalificato dal giudice sportivo - e Icardi - infortunato -, il pronostico sembra abbastanza chiuso.
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TESTA A TESTA Roma-Inter: Perotti-Miranda; Manolas-Eder; Pjanic-Handanovic
La sfida di stasera deciderà la stagione delle due squadre, entrambe legate alla necessità di conquistare un piazzamento Champions
Luciano Spalletti è una persona rigenerata; ha cambiato drasticamente il modo di porsi con i media tanto che, dopo il pareggio con l'Hellas e la sconfitta con la Juventus, iniziò a circolare l'idea che fosse tornato a Roma con le batterie scariche, quasi controvoglia. Tutt'altro. Ha preso il controllo di Trigoria con leggiadria, come se si trattasse di una conseguenza ineluttabile e ha alzato l'asticella non appena ha sentito qualche complimento rivolto ai suoi ragazzi. "Dobbiamo arrivare minimo terzi, assolutamente. E poi guardare oltre se lassù perdono punti". Perfetto. Nessuna scusa ad un gruppo che avrebbe dovuto lottare per lo scudetto - a proposito, non sembra aver gradito particolarmente la frecciatina di Mancini -, otto vittorie consecutive e la prospettiva di puntare al secondo posto. Insomma, un regnante realista che punta il cielo.
Roberto Mancini non è esattamente l'epiteto della simpatia e i suoi trascorsi laziali non aiutano. E quando il suo presidente lo ha accontentato su tutto in sede di campagna acquisti - si parlava di all in nerazzurro, di una squadra che senza qualificazione Champions sarebbe stata smontata - si pensava che l'Inter avrebbe potuto lottare per lo scudetto. Così è stato per circa metà campionato, con una miriade di partite vinte di misura, senza gioco e portate a casa grazie ai miracoli di Handanovic. Poi, improvvisamente ma non inaspettatamente, qualcosa si è spezzato. Il portierone sloveno non ha chiuso la saracinesca e l'Inter è tornata una squadra fragile. Stasera i nerazzurri si giocano l'intera stagione perché una sconfitta a Roma significherebbe dire addio ai sogni Champions. Per la cronaca, lo stadio Olimpico vivrà l'ennesima serata paradossale dopo che i gruppi organizzati dell'Inter hanno annunciato che non prenderanno parte alla trasferta come gesto di solidarietà verso i dirimpettai giallorossi. Lo stadio-acquario è pronto a vivere un big match che fino alla stagione scorsa avrebbe fatto registrare 60.000 spettatori; evenienze del calcio moderno romano.
Perotti-Miranda: Se l'Inter ha subito solo 27 reti lo deve soprattutto a João Miranda. Dopo essere arrivato ad un passo dal tetto d'Europa con l'Atletico di Simeone, il centrale brasiliano ha accettato la proposta dei nerazzurri. Sicuro, esperto e con una qualità non indifferente ha preso il controllo della difesa meneghina e, con Handanovic, può ascriversi il merito delle sole 11 reti subite dall'Inter nel girone d'andata. Più che un calo di rendimento personale, l'ex madrileno ha dovuto registrare una sbandata prolungata dell'intera squadra che ha fatto perdere all'Inter quattro posizioni, allontanandola dalla zona Champions. La sua stagione, in ogni caso, resta ottima. Diego Perotti, soprattutto se inserito in una squadra che gira, è un giocatore straordinario. Intelligenza tattica che ricorda - ricorda - il Totti trequartista dei tempi che furono e due reti realizzate che non sono propriamente la regola per l'argentino. Le statistiche dicono che il suo rendimento cala quando si trova davanti Dzeko; senza il bosniaco, invece, ha fornito prestazioni da fuoriclasse assoluto e, almeno di stravolgimenti dell'ultima ora, Spalletti gli affiderà le chiavi della trequarti giallorossa.
Manolas-Eder: Complici le assenze di Icardi e Palacio, Mancini affiderà all'ex Samp l'attacco interista. Certo, in blucerchiato faceva la differenza - anche perché circondato da giocatori non proprio di primo livello - mentre all'Inter sta trovando qualche difficoltà in più. In ogni caso, come ripetuto più volte dal suo tecnico, l'Inter ha fatto un acquisto in prospettiva e la società di Tohir gli darà tutto il tempo necessario ad ambientarsi. Stasera potrebbe di essere decisivo da subito ma per farlo dovrà superare la diga giallorossa, Kostas Manolas. Come detto in questa rubrica per Vainqueur, anche Manolas basa il suo stile di gioco sulla cattiveria agonistica. Una caratteristica che a Roma è apprezzata più di qualsiasi altra cosa. A questa, però, il centrale greco addiziona una qualità che appartiene ai grandi ed è per questo che mezza Europa sta bussando a Trigoria per strapparlo a Spalletti. Il suo agente, in settimana, ha dichiarato che il suo assistito rimarrà alla Roma a meno che sia proprio la società a chiedergli di andare altrove. Parole rassicuranti che non devono però far abbassare la guardia; dopo Marquinhos e Benatia sarebbe difficile portare a Roma un centrale di questo livello.
Pjanic-Handanovic: al netto di qualche errore grossolano, Handanovic è sicuramente tra i dieci portieri più forti d'Europa. È uno di quei giocatori accostati decine di volte alla Roma ma che a Trigoria non hanno mai messo piede e non è necessariamente una buona notizia per i colori giallorossi. Alto, sicuro tra i pali e con qualche piccolo difetto nelle uscite ha mostrato le sue qualità nella partita di andata, respingendo ogni attacco della Roma che avrebbe come minimo meritato il pareggio. Il centrocampista bosniaco è uno dei pochi giallorossi ad essere certo di una maglia da titolare se non infortunato. Spalletti, come del resto i suoi predecessori, ha captato il talento cristallino del numero 15 e lo vuole mettere al centro della sua squadra. Nel match di andata si fece espellere nel momento di maggiore pressione della Roma, decretando la fine dei sogni di rimonta. Come Perotti, se inserito in un contesto che funziona può certamente fare la differenza. Ne sa qualcosa proprio Handanovic: nell'ultima trasferta all'Olimpico contro la Roma (4-2 per Garcia e i suoi uomini) ha dovuto raccogliere nella rete alle sue spalle ben due palloni partiti dai piedi di Miralem. Che sia di buon auspicio.
Niccolò Mastrapasqua
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