Leonardo Spinazzola scrive ai suoi compagni. Ieri l'esterno della Nazionale, costretto ai box per il grave infortunio col Belgio, è partito per Londra con il resto della squadra per assistere alla finale di Wembley. Per il giocatore della Roma sono stati giorni di emozioni e adesso ore di attesa, tutto riversato nella lettera pubblicata su 'La Stampa': "Tornassi indietro, riproverei quell'allungo. Lo farei altre cento volte ancora per andare a prendere un metro in più all'avversario e spostare la partita dalla nostra parte. Niente di straordinario, sono le regole degli Azzurri: in fondo a quest'avventura ci arrivi solo se sei disposto a dare l'anima per i tuoi compagni. L'infortunio mi ha strappato al campo ma non poteva portarmi via dal gruppo: anche mio figlio Mattia, tre anni appena, ha capito che papà, sul divano di casa, stasera proprio non ci poteva stare".
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Spinazzola: “Rifarei cento volte quell’allungo. Bryan, stasera alza la coppa”
L'esterno azzurro scrive ai compagni di Nazionale impegnati nella finale di stasera: "Ne abbiamo fatta di strada, in fondo ci arrivi solo se sei disposto a dare l'anima"
"Sono emozionato, non lo nascondo. Quando sono salito sull'aereo per Londrasono rinato un po': tra poche ore sarò in campo con i ragazzi e in tribuna con il Paese, poteva andare meglio ma anche peggio. A Wembley - continua Spinazzola - ci aspetta l'ultima battaglia di questo Europeo, il torneo che porterò dentro per sempre: dalle notti magiche dell'Olimpico fino al tempio del calcio contro i padroni di casa, di strada ne abbiamo percorsa. Nel mio caso il destino ha preteso che aggiungessi qualche chilometro in più a questo viaggio, una tappa della sofferenza in Finlandia, per aggiustare il Tendine di Achille. Ora sono pronto, sento di avere ancora tanto da dare: sulla fascia tornerò tra qualche mese, ma mi piace pensare che staserà ci sarà di nuovo da spingere tutti insieme. Accarezzo un'immagine là in fondo: vorrei che le mani di Bryan Cristante, il primo compagno a consolarmi dopo l'infortunio, stanotte sollevassero qualcosa di più prezioso della mia testa: Ci siamo, Forza Azzurri".
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