Alla vigilia del big match tra Roma e Milan il tecnico rossonero Sinisa Mihajlovic tiene la consueta conferenza stampa. Queste le sue dichiarazioni: "Sembra una sfida fra due pistoleri, ci giochiamo molto ma non ci sono analogie. Lui da due anni lavora con la Roma, io da sei mesi".
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Roma-Milan, Mihajlovic: “Con Garcia sembra una sfida tra pistoleri”
Il tecnico rossonero ha parlato nella conferenza stampa della vigilia del match contro i giallorossi
Sul parallelismo con la situazione di Garcia: "Sembra una sfida tra pistoleri tra me e lui, ma non ci sono analogie. Lui è lì da 3 anni a Roma, io da 6 mesi al Milan. Se giochiamo come sappiamo possiamo fare risultato".
Se serve cambiare l'allenatore: "Questo non si può mai dire, non c'è una regola fissa. Non ho mai dato le dimissioni, ma se io vedo la mia squadra che non si allena bene o che non è unita, sono il primo a tirarmi fuori. Fino a che non ci sono questi presupposti non lo farò io. Mi han detto che la squadra è disunita, mentre con il Frosinone erano tutti uniti con Mihajlovic. Questo fa parte del gioco. La mia impressione non è quella".
Se sente la fiducia della società: "A me ogni giorno arriva la rassegna stampa e ho detto ai ragazzi dell'ufficio stampa di mandarmi solo gli articoli che parlano bene di me e quindi non leggo i giornali da un mese e mezzo. Per non farmi condizionare preferisco leggere altre notizie. Penso che comunque la società è sempre vicino a noi, è importante che remiamo tutti verso lo stesso obiettivo e cerchiamo di fare tutti il nostro dovere cercando di dare sempre il massimo. Non mi sono accorto di una non-fiducia della società".
Se ha sentito Berlusconi dopo la sconfitta: "Mi sembrava strano l'altra volta che non l'avesse fatta. Non ci siamo sentiti dopo la partita, ma prima. Ci sentiremo oggi o domani, è sempre il presidente che chiama".
Su Cerci: "Non è la prima volta che viene fischiato e c'era solo lui come sostituto in quel ruolo. Cerci ha avuto un'occasione importante e ha sbagliato. Se avesse fatto gol avreste detto che avevo fatto bene a fare il cambio. Non abbiamo perso per l'occasione sbagliata da lui".
Sui tanti giovani e italiani: "Uno dei nostri obiettivi era quello di valorizzare i giovani e far giocare i giocatori italiani misti a quelli stranieri. Nella partita con il Frosinone abbiamo finito con 8 italiani in campo su 11 e un'età media di 25 anni che è tra le più basse in Serie A. Stiamo lavorando anche per il futuro, i giovani hanno sempre fatto il loro dovere. Il giudizio cambia perchè è sempre tutto nero e abbiamo 28 punti in classifica. Con i 5-6 punti in più che ci siamo meritati sul campo i giudizi cambierebbero. Io come allenatore guardo anche altre cose. Io guardo con una prospettiva più ampia. Penso che da quel punto di vista stiamo facendo tutti un buon lavoro. Naturalmente i risultati non sono quelli che ci aspettavamo o che ci meritavamo, ma io non vedo tutto così nero o negativo".
Sui possibili cambi: "La squadra fisicamente sta bene. Qualche cambio ci sarà perchè c'è qualche acciaccato e visto che mercoledì avremo una partita importante. Domani e mercoledì ci saranno formazioni per vincere".
Se i tanti errori possono essere legati alla paura e alla mancanza di personalità: "L'atmosfera sicuramente non aiuta. I ragazzi sicuramente possono sentirsi meno tranquilli, ma sappiamo che le pressioni al Milan sono all'ordine del giorno ed è giusto che sia così'. Perciò dobbiamo reagire e avere personalità, anche se so che non è facile. Le qualità ci sono se le occasioni le creiamo. Penso anche che ci giri un po' male. Non vogliamo appellarci però alla sfortuna, sappiamo dove dobbiamo migliorare. Dobbiamo essere più sereni e cattivi sotto-porta".
Sull'assenza di Cerci: "E' una scelta tecnica".
Sulla partita da ultima spiaggia: "Sono abituato, faccio questo lavoro e sono nel calcio da 30 anni. Fa parte del gioco, io come sempre sono sereno e fiducioso nel lavoro mio e di questi ragazzi. Io so che ho sempre dato il massimo e continuerò a farlo. So che queste due partite sono fondamentali, non mi nascondo, ma le affronto a testa alta e avanti per la mia strada. Poi i risultati stabiliscono se rimani o non rimani, ma è la società che decide poi".
Sulla squadra senza identità: "Non credo. Prima della partita con il Bologna in 12 partite abbiamo avuto una continuità non solo di risultato, ma anche di prestazione. Io vedo squadre che subiscono magari per tutta la partita, fanno un tiro in porta e vincono. Noi fatichiamo a sfruttare le occasioni create. L'ho fatto vedere ai nostri ragazzi, contro il Bologna abbiamo fatto 37 passaggi in un'azione e poi siamo andati alla conclusione. Sentivamo un po' di fischi, ma noi cerchiamo di far girare il pallone per aprire le difese avversarie. Nel calcio i risultati cambiano gli umori".
Sulla convinzione: "Io resto convinto che quando questa squadra è al completo può competere per i primi tre posti e non lo siamo mai stati. E' vero che ci mancano 5-6 punti per quanto dimostrato in campo, come è vero che quando capitano le occasioni vanno sfruttate. Per la troppa voglia di vincere abbiamo subito gol. Può succedere in casa, quando devi fare gol a tutti i costi. Non possiamo essere in bilico a ogni partita".
Sulle due squadre in difficoltà: "Sono entrambe sotto le aspettative. Sotto il punto di vista del gioco noi creiamo ma non segnamo. Conoscendo la città di Roma dico che è più difficile l'ambiente romano di quello milanese. Noi siamo professionisti, fa parte del calcio e del gioco, l'unico modo per uscire da questa situazione è vincere".
Sulla partita: "Sappiamo che è una partita importante, dobbiamo andare là convinti dei nostri mezzi e buttandola dentro quando ci capita l'occasione. Dobbiamo fare la nostra partita senza timore e curando la fase difensiva".
Testo: milannews
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