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Calafiori fino al 2025: “Sogno di vincere con la Roma. Il bacio allo stemma? Non riesco a trattenermi”

LaPresse

Il terzino: "Ora gioco con dei compagni che prendevo alla Playstation". Fienga: ''Riccardo è la testimonianza che questa società punta sui suoi talenti"

Redazione

Continua il matrimonio tra Riccardo Calafiori e la Roma. Il club giallorosso ha infatti comunicato sul proprio sito di aver prolungato l'accordo con il talentuoso esterno fino al 2025. Questo la nota ufficiale del club con le parole del calciatore, di Morgan De Sanctis e del Ceo Guido Fienga:

L’AS Roma è lieta di annunciare che Riccardo Calafiori ha rinnovato il proprio contratto con il Club fino al 30 giugno 2025.

Il 18enne, cresciuto nel settore giovanile giallorosso, ha fatto il suo esordio in Prima Squadra nello scorso campionato nel match vinto per 3-1 in casa della Juventus. In questa stagione ha trovato il suo primo gol da professionista nella sfida all’Olimpico contro lo Young Boys di Europa League.

Il rinnovo significa tantissimo per me, penso significhi molto per ogni ragazzo cresciuto qui con la passione per la Roma e che sogna un giorno di diventare calciatore della Prima Squadra”, ha dichiarato Calafiori.  “Sembra che io ci sia riuscito e forse ancora non me ne rendo conto. Cosa più bella al mondo non c’è”.

Siamo felici di poter annunciare il rinnovo di contratto di Riccardo che, oltre a essere un ragazzo esemplare, rappresenta la testimonianza di come la società continui a puntare sullo sviluppo del proprio settore giovanile per trovare le migliori risorse da mettere a disposizione della Prima Squadra”, ha commentato il CEO del Club Guido Fienga.

C'è grande soddisfazione per il percorso di crescita di Riccardo, iniziato dal settore giovanile e rafforzato con questo rinnovo di contratto”, ha aggiunto Morgan De Sanctis. “Riccardo è un terzino sinistro moderno, completo in entrambe le fasi di gioco e con ancora tanta strada da fare: siamo fiduciosi che la sua intelligenza lo porterà a seguire questo cammino con umiltà e professionalità”.

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Poi il terzino giallorosso ha parlato ai canali ufficiali del club.

“Sono contentissimo, era il mio sogno sin da quando ero bambino. È un passo importante, mancava quel pizzico in più per sentirmi pienamente parte della prima squadra”.

Com’è stato il passaggio dalla Primavera alla Prima Squadra?

È successo tutto inaspettatamente. Ad agosto avevo finito gli allenamenti con la Primavera, stavo per andare in vacanza invece mi hanno richiamato e alla fine ho fatto il mio esordio. Ho ricominciato in questa stagione e in ogni allenamento ho iniziato a sentirmi sempre meglio con i ritmi della Serie A.

Oltre a te, altri ragazzi che vengono dalla Primavera stanno scendendo spesso in campo.

Quest’anno con i giovani sembra ci sia un feeling diverso visto che molti altri miei compagni stanno salendo e facendo presenze e convocazioni. Abbiamo più fiducia e ci sentiamo più tranquilli. Fonseca mi ha aiutato molto, non ho paura di giocare quando sono con lui, sento la sua fiducia.

Ci parli del momento della squadra?

Stiamo giocando veramente bene, sembra ci sia un equilibrio perfetto, anche in partite difficili riusciamo a portare i tre punti a casa. Siamo in fiducia, abbiamo giocatori di un calibro importante con i quali giocavo sulla Play Station e ora mi ritrovo ad allenarmici insieme.

Qual è il tuo sogno da calciatore?

Il sogno che ho è di vincere qualcosa con questa maglia. Preferisco non parlare prima ma tutti i miei compagni hanno lo stesso obiettivo. Vincere qualcosa con la maglia della Roma sarebbe perfetto per me, un sogno.

Quanto ti è dispiaciuto che per il tuo primo gol all’Olimpico non ci fossero i tifosi?

Spero che quando tutto sarà finito tornino come ai vecchi tempi a riempire lo stadio ogni partita. Loro sentono la nostra mancanza come noi sentiamo la loro.

Nell’esultanza hai baciato lo stemma…

È una cosa che non riesco a gestire, soprattutto nei momenti di gioia. Non sono un attaccante, non segno tanti gol e quando succede devo fare uscire tutta la mia felicità. Spero che questo non venga preso come un segno di affetto esagerato verso i tifosi e la maglia. Non penso che questa cosa mi passerà.