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Il Pagellone: Fonseca, la mediocritas non è aurea. Veretout come un cognac

Francesco Balzani

Tito Livio scriveva: “I mediocri non sono mai fatti oggetto di odio perché l'odio mira in alto”. Ecco l’avventura romanista di Fonseca può essere racchiusa in questa perla di saggezza. Perché coi suoi modi gentili, la sua correttezza e i suoi sorrisi Paulo ha attirato le simpatie di tanti, soprattutto fuori Roma. Ha oscurato errori mastodontici come il non sapere quanti cambi si possono fare in una partita. Ha sminuito orrori tattici, difetti di personalità, mancato adattamento all’avversario. La sua Roma è stata la peggiore degli ultimi 10 anni vedendo i numeri, ma se analizziamo le figuracce in partite chiave (vedi Derby, Manchester, Napoli o Atalanta) bisogna andare ancora più indietro. La verità è che Fonseca in questi mesi non è cambiato, si è solo appiattito. E ha gettato nella mediocrità una squadra che ha bisogno di essere odiata. Non compatita.

 LaPresse