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Il Pagellone: Fonseca, la mediocritas non è aurea. Veretout come un cognac

Francesco Balzani

Ci era piaciuta la favola di Gonzalo, piovuto in Italia con zaino in spalla e la faccia da attore di Cédric Klapisch (quello de l’Appartamento Spagnolo). Le battute sull’Erasmus, su una corporatura ancora poco robusta. E poi in estate la trasformazione che lo avevano portato a strappare una maglia da titolare e un ruolo da anti-eroe moderno nel cuore di molti tifosi. C’è stata una lunga fase della stagione in cui sembrava non si potesse giocare senza Villar. C’è stato poi un finale in cui si doveva giocare senza di lui visto che gli sono stati preferiti nell’ordine: Cristante, Mancini, Diawara e Darboe. E’ come se tutto ad un tratto la pozione di Panoramix avesse finito il suo effetto benefico. In realtà qualche paragone esagerato e troppe cavolate (edulcoriamo) sui social hanno contribuito a riempire una pancia che dovrebbe avere la fame di un orso a fine letargo.

 LaPresse