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Nuovo stadio della Roma, strada in salita: Pd contrario al progetto

Il capogruppo del partito nell’assemblea capitolina, Pelonzi: “Per il rilancio della città ci sono interventi più importanti”. Nobili di Italia Viva: “Incredibile voltafaccia”

Redazione

Cambia la proprietà, ma un obiettivo resta sempre lo stesso: costruire il nuovo stadio. Per questo, come scrive su gazzetta.it, Dan Friedkin è ancora in attesa di un incontro con Virginia Raggi. Per il momento resta tutto in stand-by, con la Roma che si aspettava proprio in questo mese di settembre una svolta per il futuro impianto di Tor di Valle, con il via all’iter che dovrebbe portare all’approvazione della Variante e della Convenzione Urbanistica. Ed invece anche oggi ci sono state forti fibrillazioni, con il Pd romano che ha manifestato la sua probabile contrarietà all’impianto, fattispecie che complica (e non di poco) l’eventuale cammino verso l’okay definitivo.

Giulio Pelonzi, capogruppo del Pd nell’assemblea capitolina e membro della commissione urbanistica, ha infatti espresso così il pensiero del suo partito tramite le frequenze di Nsl Radio: “Per il rilancio della città ci sono interventi più importanti dello stadio della Roma, anche se l’impianto di proprietà della Roma e della Lazio devono essere un obiettivo dell’amministrazione. Ho acquisito questa quantità immensa di carte sulla vicenda, le studierò e poi darò la posizione ufficiale del Pd, anche se è ovvio che si parta da una posizione di forte contrarietà. Mettere, ad esempio, una centralità direzionale e commerciale in un posto scollegato dal porto, dall’aeroporto e dalle autostrade già dal punto di vista urbanistico è una stupidaggine”. Posizione chiaramente che ha creato fibrillazione nella maggioranza, già spaccata da tempo sul tema. La Raggi, infatti, in questo momento ha in mano 13 voti (più il suo) a fronte dei 25 necessari per avere la maggioranza nell’iter di votazione. Il M5S romano faceva però affidamento proprio sui 9 eventuali voti del Pd romano per avvicinarsi alla fatidica soglia. Ma se dovessero venire meno anche quelli, l’iter andrebbe incontro ad una bocciatura quasi certa.