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Novant’anni fa nasceva Franco Sensi. Ecco tutte le tappe della sua presidenza – FOTO

Jacopo Aliprandi

Il rapporto tra Franco Sensi e Francesco Totti è paragonabile a quello che hanno un padre un figlio. Il presidente ha visto crescere quel ragazzo pieno di talento, ne ha visto subito le qualità, lo ha fatto maturare senza mettergli fretta e bruciarlo. Stagione 1996-1997, i rapporti tra Carlos Bianchi e Totti non sono idilliaci, tanto che il tecnico giallorosso mette Sensi di fronte a un bivio: o resta lui, o resta Francesco. Tutti sanno come è andata a finire.

Nella primavera del 2000 i giornali riportano dell’interessamento per il numero dieci giallorosso di Inter e Milan, disposti a pagare miliardi pur di assicurarsi il talento romano. Sensi però non ci pensa minimamente a lasciar andar via il suo pupillo e dichiara: “Nella mia vita ho avuto tre figli femmine, considero Totti il mio figlio maschio. Se c’è un procuratore che ha idee diverse può anche mettersi l’anima in pace”. Il rapporto tra il presidente della Roma e il procuratore di Totti non sono mai stati ottimi, tanto che nel febbraio del 2001 si arriva a una rottura che lascia tutti i tifosi giallorossi con il fiato sospeso. La frattura definitiva tra Sensi e Zavaglia – che richiede un super contratto per il suo assistito - arriva durante una trasmissione radiofonica dove sono collegati entrambi: “Zavaglia fa come quei bambini che uscivano da scuola affamati, compravano due lire di castagnaccio e chiedevano l’aggiunta. Ogni volta che si chiede c’è un’aggiunta: io l’ho sempre data ma ora basta. Ci vuole anche pudore: la Roma non è fatta di un solo giocatore, ma di 25”. Risponde Totti qualche settimana dopo, e i rapporti sembrano ormai essersi incrinati irrimediabilmente: “Sensi mi prende in giro, mi viene voglia di andare via”. L’affetto reciproco – e un ottimo stipendio – riportano la pace in casa Roma: a maggio il capitano giallorosso firma il rinnovo di contratto.  “Franco Sensi è una figura troppo importante per me – le parole di Totti anni dopo -.  Mi ha dato il cuore e l’anima. Senza il suo appoggio non avrei potuto fare quello che ho fatto e oltre a questo lo ringrazio per tutta la vita, mi ha dato tanto, gli ho dato tanto però per me è stranamente un padre e nello stesso anche Rosella con me si è comportata da sorella maggiore. Avevamo un bellissimo rapporto con tutta la famiglia lui mi ha voluto sempre qua e fortunatamente ho avuto la fortuna di rimanerci ed indossare l’unica maglia che ho sempre voluto”.

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