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Ndicka ora è un pilastro: sempre in campo con De Rossi. E il valore di mercato cresce

Ndicka ora è un pilastro: sempre in campo con De Rossi. E il valore di mercato cresce - immagine 1
Il centrale ivoriano, dopo la vittoria della Coppa d'Africa, è rientrato col Feyenoord e non è mai più uscito dal campo: deve migliorare, ma per De Rossi è una sicurezza. Arrivato a zero, già ora garantirebbe una grossa plusvalenza
Francesco Iucca
Francesco Iucca Collaboratore 

In poco tempo la Roma è passata dall'emergenza totale in difesa all'imbarazzo della scelta. Con l'arrivo di De Rossi e il passaggio alla difesa a quattro i giallorossi hanno sostanzialmente blindato - almeno a livello numerico - la retroguardia. Questo ovviamente grazie al rientro provvidenziale di Chris Smalling, ma anche a quello di Evan Ndicka. La sua partenza per la Coppa d'Africa a gennaio è stata pesantissima, la Roma è dovuta correre ai ripari prendendo il giovanissimo Huijsen. Alla fine l'ex Eintracht è rimasto fuori un mese e mezzo saltando qualcosa come 8 partite tra il torneo e il rientro in gruppo. Ndicka ha trionfato con la Costa d'Avorio, ma ha avuto bisogno di una decina di giorni prima tornare in campo con la Roma nel ritorno col Feyenoord. Dall'85' del match dell'Olimpico (al posto dell'infortunato Llorente) del 22 febbraio non è mai più uscito dal campo. In coppa con la sua nazionale è stato forse il miglior giocatore del torneo e anche con la maglia giallorossa sta mantenendo il livello. La Ceo Souloukou l'ha anche premiato all'Olimpico per la vittoria continentale. De Rossi, si può dire, l'ha appena conosciuto, un mese più tardi rispetto ai suoi compagni, ma ha impiegato pochissimo a calarsi nella nuova realtà. "Dopo parliamo un po'", gli ha detto il mister appena l'ha visto.

Ndicka pronto all'uso: dopo la Coppa d'Africa subito una sicurezza. E sul mercato vale tanto

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Come gli altri, anche l'ivoriano è passato per il colloquio privato con DDR che gli ha confermato fiducia e stima. Tutto riportato in campo e da subito: quattro partite di fila da titolare e per tutti i 90 minuti, qualche errore sì ma tante cose buone. Ad oggi Ndicka costituisce un pilastro della difesa a tre della Roma, dovrebbe esserlo anche ora che si tornerà in maniera più costante con la linea a quattro. Si giocherà il posto verosimilmente con Smalling, anche se con questo schieramento gli allenatori preferiscono quasi sempre avere un destro (Mancini) e un mancino come lui. La sensazione è che comunque Evan troverà sempre spazio e che parta nettamente avanti rispetto a Llorentee Huijsen. Insomma, è qui a Roma per fare il titolare e non per rimpinguare la panchina come diceva qualcun altro. A Firenze sbaglia sul gol di Ranieri, ma non si scompone e gioca una partita solida con due o tre interventi importanti, fino all'assist lucido e preciso per un super Llorente. Le critiche e la confusione totale dei primi mesi, quando non era da Serie A, sembrano un lontano ricordo. Bastava aspettare un po', visto che già nelle ultime settimae con Mourinho i progressi erano stati evidenti.

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Un gran bel colpo, considerando che è arrivato a zero in estate, dovendo pagare 'solo' le ricche commissionida 4 milioni. Sul portale specializzato Transfermarkt ora il suo cartellino vale ben 24 milioni di euro, un bel tesoretto per la Roma che ora ha un altro giocatore spendibile sul mercato. Sarebbe una plusvalenza corposissima in ottica Fair Play Finanziario: nel prossimo bilancio rientrerà la cessione di Ibanez, in caso di qualificazione in Champions League i giallorossi potrebbero quindi non aver bisogno di sacrificarlo. Anche perché, continuando a questo livello il suo cartellino può ancora lievitare. Certo, deve mettere a posto ancora qualcosa perché la Roma continua a subire parecchio. Da una parte è il calciatore giallorosso che in media effettua più passaggi (66.2) e quello che ha il miglior dato nei passaggi corti completati (58). E questo dimostra quanto sia un giocatore adatto a De Rossi e anche quanto la Roma costruisca più dalla sua parte. Dall'altra, però, è anche quello che sbaglia di più nei lanci lunghi insieme a Mancini (3.3) tra i giocatori di movimento. Gli errori ci sono, i tanti gol subiti restano l'evidenza più importante. Ma Ndicka resta una sicurezza per questa Roma: ora è chiamato a un ulteriore step di crescita tecnica, tattica e caratteriale per diventare davvero un top player.

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