In albergo, con il fumo dell’aeroporto visibile dalle camere, con i rumori di sottofondo delle sirene e delle ambulanze: la giornata di Radja Nainggolan e dei calciatori della nazionale belga è stata quanto di più lontano possibile da un raduno di calcio. L’appuntamento era fissato per stamattina, dovendo il Belgio giocare soltanto tra una settimana contro il Portogallo, ma molti calciatori, tra cui il centrocampista romanista, erano a Bruxelles già da ieri sera. Stamattina sono stati svegliati dalle terribili esplosioni all’aeroporto, distante in linea d’aria un paio di chilometri dall’hotel che la federazione sceglie per il ritiro.
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Nainggolan e compagni bloccati a Bruxelles: ecco la giornata della nazionale belga
Subito la mente è volata ai fatti di Parigi, i calciatori hanno cercato di mettersi in contatto con le famiglie, ma la linea cadeva in continuazione
L'APPRENSIONE
Subito la mente è volata ai fatti di Parigi, i calciatori hanno cercato di mettersi in contatto con le famiglie, ma la linea cadeva in continuazione, pertanto poche telefonate e molti messaggi su whatsapp.”Sto bene”, è quello che ha scritto Nainggolan alla moglie Claudia, come lui tutti i suoi compagni e i membri dello staff tecnico. Nel frattempo, mentre il personale dell’hotel era impegnato a smentire al telefono la presenza della nazionale (“non c’è nessuno, non possiamo dire niente”, la frase più ricorrente), ai calciatori è stato comunicato che l’allenamento del pomeriggio sarebbe saltato e che non ci sarebbe stato ritiro fino a nuovo ordine.
IL POMERIGGIO
Loro, sgomenti, hanno trascorso ore davanti alla tv, attendendo invano altre comunicazioni ufficiali. Che, al momento, non sono arrivate: la sicurezza è stata potenziata, la nazionale viene protetta e non è detto che, se ritiro ci sarà, non venga cambiata la sede. Se l’amichevole, come sembra, sarà annullata i calciatori potranno tornare a casa immediatamente: o attraverso voli privati o di linea, difficilmente da Bruxelles, più facile da Amsterdam o da altre città dei Paesi Bassi.
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