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Mirante: “Il 7-1 una lezione, ma abbiamo orgoglio. Passi avanti dopo la crisi”

LaPresse

Il portiere parla dopo il match con il Chievo

Redazione

La Roma vince e tiene la porta inviolata contro il Chievo. Merito anche di un ottimo Mirante, che sostituisce bene Olsen e salva su un colpo di testa a botta sicura di Djordjevic. Al termine del match, l'ex Bologna ha detto la sua ai microfoni dei cronisti.

MIRANTE IN ZONA MISTA

Pensi che la Roma sia uscita dalla crisi?

Non lo so, sinceramente abbiamo fatto dei passi in avanti. Anche nel girone d'andata eravamo andati tante volte in vantaggio e poi ci siamo fatti riprendere. Questa sera non è andata così. Tutto sommato credo che abbiamo dimostrato di essere una squadra solida. Per ambire alla posizione che vogliamo ottenere dobbiamo riacquistare la solidità che ci è mancata.

Cosa è scattato dopo il 7-1?

Questa è una squadra che ha orgoglio. E' una batosta che ci ha colpito e abbiamo fatto una brutta figura. Era giusto accantonarla perché dopo avevamo subito un impegno con il Milan e questa gara decisiva. E' stata una lezione per noi e speriamo di averla accantonata bene.

MIRANTE A ROMA TV

Al tempo del Var quell'azione sulla tua parata sarebbe dovuta essere fermata.

Ora c'è l'obbligo di non fermarsi per controllare dopo, è stata un'azione particolare perché ci siamo fatti sorprendere, ma nel complesso abbiamo lavorato bene a livello difensivo. Anche non prendere gol è importante.

Il Chievo per la prima volta non ha segnato in casa negli ultimi 2 mesi. Ci vuole la testa giusta.

Da quando hanno cambiato allenatore hanno cambiato anche faccia, sanno di non avere nulla da perdere contro le grandi. Noi siamo stati bravi, a differenza dell'andata abbiamo gestito bene il vantaggio e abbiamo grande qualità in avanti. Siamo micidiali lì, poi a centrocampo avevamo degli ammoniti ma siamo stati attenti. E' un passo in avanti sulla maturità , che è quella che ti fa andare in Champions.

Cosa serve per mantenere questa maturità?

Servono anche partite come queste, che sono in discesa ma serve lavorare tra i reparti, serve prendere e dare qualche calcio, vincere le battaglie in area ti fa bene, ti fa ritrovare compattezza e coesione tra le parti. Quando non prendi gol la soddisfazione è doppia.

Hai dato tranquillità ai tifosi, anche con quella finta che ti ha fatto sembrare come un portiere che gioca sempre. E' merito anche di Savorani? Come lavorate?

Conosco il mio ruolo, so quello che devo fare alla Roma e come devo allenarmi. Sono aiutato dal mio preparatore, che è molto meticoloso e pretenzioso. E questo fa sì che uno che gioca poco come me possa trovare i riferimenti giusti in campo. Ci fa lavorare tanto e questo mi piace alla mia età, perché non posso sedermi e accontentarmi di fare il secondo. Sono in una società fote, so che anche in quella partita che giocherò devo farmi trovare pronto perché sono il secondo portiere della Roma.