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Keita: “Un orgoglio immenso arrivare alla Roma. Garcia? Com’è finita è colpa nostra”

Il centrocampista maliano a Slideshow su Roma TV: "Indossare la fascia da capitano qui è un'emozione, lo ricorderò anche dopo aver smesso. Totti? E' meraviglioso che abbia giocato per oltre vent'anni con una sola squadra"

Redazione

Ospite del programma "Slideshow" su Roma TV, il centrocampista Seydou Keita racconta i momenti salienti della sua lunga carriera, ricca di trofei e soddisfazioni personali, osservando alcune belle immagini che lo rappresentano.

DERBY LENS- LILLE

I tifosi aspettano tanto questa prtita, tutto l’anno, per la supremazia della regione. Quando vinci, l’orgoglio dei tifosi viene fuori.

SIVIGLIA-BETIS

Gare davvero incredibili, quando guardi quei match da una parte tutti rossi, dall’altra tutti bianchi. È incredibile. Nel mio periodo al Siviglia credo abbiamo vinto tutti i derby. Ad esclusione del mio periodo al Lens, non ho mai perso.

CON LAPORTA

Il giorno della mia firma al Barcellona, lui è una gran persona. Sono partito dal Lens, poi mi sono ritrovato al Barcellona. Ho bruciato le tappe, è stata una conquista per me ma anche per il Mali. Capita una volta sola nella vita di giocare in certe squadre. Ne sono orgoglioso. Quel giorno fu uno dei più felici.

CON GUARDIOLA

Un allenatore col quale ho vinto tutto e sono in buoni rapporti. È molto esigente, bada a ogni dettaglio. Sono stati 4 anni fantastici con lui.

ROMA 2009, CHAMPIONS LEAGUE

Bellissimi ricordi. Vincere la Champions per la prima volta, una gioa immensa. La preparazione a questa partita è stata difficile, Henry e Iniesta non stavano bene. Io avevo giocato tutte le partite, loro sono rientrati in finale, mancavano alcuni giocatori di fascia, allora l’allenatore mi ha chiesto di fare il terzino. Se non l’avessi fatto, non avrei giocato perché col rientro di Henry e Iniesta c’erano due posti per tre giocatori. Da una parte avrei voluto giocare, dall’altra non mi sarei mai perdonato una sconfitta per colpa mia, perché giocare in difesa è delicato. Ho parlato con Guardiola e abbiamo trovato un accordo. Ha giocato Silvinho e abbiamo vinto, eravamo tutti contenti. Guardiola non solo ha capito che ero un buon calciatore, ma anche che non ero un egoista.

IL CLASICO CONTRO IL REAL.

Una grande rivalità, il mondo intero guarda questa partita. Sono partite che riempiono di gioia, abbiamo vinto quasi tutti i match che ho giocato, forse solo uno. Ho avuto questa fortuna. Queste partite sono sempre molto tese. In Spagna si parla solo di questo nelle settimane prima, sono partite diverse per la pressione.

RONALDO E MESSI

I due migliori al mondo, fanno giocate che nessuno si immagina. Li rispetto. Messi lo conosco bene, Cristiano lo rispetto. Lo merita. Non posso scegliere, anche se Messi è mio amico. Sono due fenomeni, molto più forti di tutti gli altri. C’è rivalità tra i due, ma non c’è alcun bisogno che lo siano.

MOURINHO E GUARDIOLA

Josè non lo conosco, ma per quello che ha fatto e vinto merita rispetto. È uno dei migliori, tutti la pensano così. Due grandi allenatori che hanno vinto tanto. Guardiola è uno da cui ho imparato molto, la sua intelligenza, il modo di posizionare i giocatori.

DOPO UN GOL.

A Barcellona ho segnato abbastanza. Molti diranno che è facile segnare al Barcellona, perché si fanno tante giocate importanti, ma per giocare al Barcellona devi essere bravo. Avrò fatto cinque o sei gol quell’anno.

IL MALI.

Difendere i colori del tuo paese per me è un orgoglio enorme. Non è facile da spiegare, si tratta di un orgoglio più grande. Rappresenti la famiglia, gli amici. Contrariamente a ciò che accade in Europa, giochi contro squadre più deboli, ma è una pressione enorme. Perché non giochi solo per te stesso, ma per tutti: figli, famiglia, parenti. È una cosa indescrivibile. Il mio popolo mi ha dato tanto e io sono stato motivo di orgoglio per loro.

MAGLIA FIRMATA PER NELSON MANDELA.

Lo abbiamo fatto quando era ancora vivo. Mi emoziona parlare di lui, è stata una persona importante per il mondo intero, molti si sono ispirati a lui. Si tratta di un esempio, una persona migliore di me. Sono pochi quelli come lui. Mai conosciuto, ma solo per averlo potuto vedere in tv, vedere quello che ha fatto, che ha vissuto e perdonato… è semplicemente straordinario.

I TIFOSI DEL MALI.

Anche se non hanno niente, fanno di tutto per seguirci, per supportarci. Quando giochi in nazionale dai tutto per il paese, ce la mettiamo tutta. I tifosi sono un esempio. Non hanno nulla ma guarda come sono contenti, sono contenti di contribuire.

CON LA ROMA.

Un giorno di grande felicità, era dopo la Cina. Ho fatto sei mesi a Valencia, mesi bellissimi, non è stato facile venire a Roma. Però alla fine venire qui è un orgoglio immenso. Ero molto contento di me stesso, perché quando ero in Cina tutti dicevano che ero finito, eppure sono riuscito ad arrivare qui e sono al mio secondo anno. Ero fiero di me stesso, di giocare in queste squadre. Per un giocatore straniero le squadre italiane sono l’Inter, il Milan, la Juve e la Roma, squadre importanti, mi rendeva fiero esserci arrivato e sono contento di continuare a difendere questi colori.

CON GARCIA.

L'ho conosciuto a Roma per la prima volta. Abbiamo subito stabilito un grande rapporto, lui conosce molto bene il calcio. Ha dato tanto a me e alla Roma, arrivare due volte secondi non è stato facile, anche se l'obiettivo di tutti era di arrivare primi. In un campionato di livello non è male, anzi. Lo rispetto. E' finita male, per colpa di noi giocatori perché dipende sempre dai giocatori. Ho grande rispetto per lui.

LA GARA CONTRO LA JUVE DEL 5 OTTOBRE 2014

Questa è la nostra rivalità. Quella è stata una partita difficile, con tanti gol. Quel giorno meritavamo di pareggiare, o anche di vincere. E' stata una sconfitta strana, ma adesso è inutile parlarne. Abbiamo giocato bene, credo che i tifosi potessero essere contenti del modo in cui abbiamo lottato e difeso la maglia, visto anche il loro valore. L'ambiente era carico di pressione, ricordo che era una delle prime gare, avevamo iniziato bene. In questa foto era una fase concitata, si vede che eravamo uniti. Era un buon periodo anche se è difficile quando si perde, ma i tifosi erano fieri. 

IL PRIMO GOL.

Ero molto contento, ho baciato lo stemma, sono gesti spontanei, quando stai bene in un posto lo fai senza pensarci. C'è De Rossi dietro, era contento, sorrideva. Sempre piacevole rivivere questo momenti, tengo queste foto sul mio telefono. Ero contento per quel gol, è stato un sollievo. 

CON TOTTI.

Ci rispettavamo moltissimo, prima che venissi a giocare qui. Per me era un giocatore che stava con lo stesso club da più di vent'anni, per uno come me è qualcosa di molto bello e difficile. Per riuscirci bisogna essere molto forti, farsi amare. Ogni anno la sua preparazione non cambia e non è una cosa scontata, gioca ancora a 39 anni, bisogna essere professionali. Con lui ho un grande rapporto, c'è rispetto reciproco. E' una persona umile. Parla tutto ciò che ha fatto per la Roma, è onesto e posato. E' meraviglioso, il fatto che non abbia mai cambiato maglia. Nessuno lo dimenticherà mai.

DE ROSSI DA' LA FASCIA A KEITA.

Daniele mi pare si fosse infortunato e mi diede la fascia di capitano. Per me rappresenta il rispetto incondizionato. Quanto ti comporti bene dentro e fuori dal campo meriti il rispetto della squadra. Mi sono meritato il rispetto dei compagni, del club e dei tifosi. Contentissimo di indossarla. Un giorno dirò ai miei figli che ho giocato con diversi club e che in ognuno di questi, almeno una volta, ho indossato la fascia. Ma non è da tutti indossare quella della Roma. Daniele e Francesco hanno reso questo momento uno di quelli che ricorderò anche dopo aver smesso.

IL DERBY DI RITORNO DELL'ANNO SCORSO.

Ne ho giocati tanti, ma qui prima del derby c'è una settimana complicata, difficile, ricca di tensione. Ci si gioca la supremazia. E' un motivo di orgoglio, tutti sono sotto pressione, tutti vogliono vincerlo, anche noi stranieri. Quando abbiamo vinto questa partita eravamo felicissimi con i tifosi. Dopo il derby rilasci la tensione, ti senti bene perché hai vinto, sei fiero di te. Io sono un professionista, so che ogni gara conta, ma col derby è come se ci fossero più di 3 punti in palio. Provai una gioia immensa, lo vedete dai sorrisi dei miei compagni, non è gioia da poco. Quando stavo al Barcellona, al Siviglia, al Lens sono sempre entrato in campo per fare bene, odio quando non ci riesco. Le preparo tutte nello stesso modo. Quando vuoi fare troppo, sbagli, ti stanchi troppo e la partita successiva fai male. Bisogna dare il massimo, ma restare concentrato. Se Dio vuole domenica giocherò e darò il massimo. La gente me ne sarà riconoscente.

L'INFORTUNIO.

Ho giocato con le infiltrazioni. In questa foto non potevo giocare ma ero felice perché ero con i miei figli. la famiglia viene prima di tutto. Farò il massimo per la mia famiglia perché è tutto quello che ho.

CON LUCIANO SPALLETTI.

Un rapporto di rispetto. Quando è arrivato abbiamo parlato e abbiamo scoperto che anche lui rispetta chi ogni giorno lavora e non perde tempo, rispettando il club e la maglia. E' molto esigente, ma anche molto riconoscente con chi si impegna. Ho un ottimo rapporto con lui, di rispetto reciproco.