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Italia, Prandelli: “Volevo convocare Totti, poi si è infortunato. Una fortuna allenare la Roma”

L'ex ct della Nazionale: "Non era una provocazione. Poteva essere un’idea perché stava facendo bene e rappresentava qualcosa in più, ma ha avuto qualche problema fisico e abbiamo fatto altre scelte"

Redazione

Negli ultimi mesi il calcio italiano ha vissuto una vera e propria rivoluzione, fuori e dentro il campo. I tifosi hanno dovuto subire la grande delusione di non partecipare al Mondiale di Russia e ora la Nazionale è ripartita da Roberto Mancini. L'inizio non è stato dei migliori, con un pari e un ko nelle prime due gare ufficiali. A dire la sua sugli Azzurri è intervenuto l'ex ct Cesare Prandelli (in carica dal 2010 al 2014), che a soccermagazine.it ha svelato un retroscena su Francesco Totti.

In quegli anni lei parlò più di una volta di Totti: aveva pensato veramente di convocarlo o era una provocazione per stimolare tutti i giocatori?

No, non era assolutamente una provocazione. Poteva essere un’idea perché comunque stava facendo bene, ha avuto qualche problema fisico e quindi chiaramente abbiamo fatto altre scelte, ma comunque Totti in quel momento poteva rappresentare qualcosa in più dal punto di vista della personalità, della qualità, dell’esperienza, quindi non è stata soltanto una provocazione.

Per vari motivi lei non ha avuto modo di allenare Totti né alla Roma né in Nazionale, ma se in futuro, tra qualche anno, si ponesse l’occasione, accetterebbe di riprovare proprio l’esperienza romana che le è mancata in carriera?

Io ho avuto la fortuna di allenare Totti e Cassano in quei due mesi che sono stato a Roma: la fortuna di un allenatore è allenare i campioni, quando in una squadra ci sono i campioni diventa tutto più facile. È chiaro che Roma è affascinante, è intrigante e molto stimolante dal punto di vista professionale, ma in questo momento ha un allenatore molto preparato e molto bravo, quindi gli auguro veramente di fare molto bene.

Negli ultimi anni alcuni giocatori come De Rossi che erano caduti vittime del codice etico hanno subito altre espulsioni gratuite, anche dopo le sue punizioni. Nel calcio di oggi multe ed esclusioni non sono più sufficienti?

Noi avevamo messo questo codice etico che è stato coniato dai giornalisti, per noi era solo un modo di porsi in una maniera corretta nei confronti della maglia azzurra, adesso c’è un codice etico che è il VAR (sorride, ndr) ed è abbastanza semplice la cosa. Quindi avevamo un po’ anticipato quello che poteva essere il comportamento dei giocatori in campo. Noi non abbiamo mai assolutamente pensato di essere dei giudici, ma avevamo pensato che chi indossa la maglia azzurra deve avere un grande comportamento, chiamiamolo anche “etico”.