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IL PAGELLONE DEL 2019: Zaniolo-Pellegrini, un anno in Rolls Royce. De Rossi, ingrata nostalgia

Francesco Balzani

6 RANIERI, KOLAROV, KLUIVERT, MKHITARYAN, TOTTI E CETIN

La media del 6 è quella che meriterebbe la Roma per un 2019 con più ombre che luci nonostante il bel finale. Protagonista silenzioso ma emblematico della serie Tv è stato Claudio Ranieri che ha scelto un ruolo difficile in un momento difficile. Una scelta di cuore quella del tecnico testaccino che purtroppo non ha portato la qualificazione in Champions. Le sue lacrime nell’ultima giornata, le lacrime di uno che qualche anno fa ha realizzato la più grande impresa sportiva degli ultimi 50 anni. Quelle sono uno dei 5 momenti da ricordare di quest’anno. Leggendaria pure la chiacchierata coi tifosi fuori Trigoria sotto una pioggia torrenziale. Vicino a lui per tutta la breve avventura c’è stato Francesco Totti. Nelle pagelle degli ultimi 25 anni lo storico capitano è sempre oscillato tra l’otto e il dieci. Da calciatore, infatti, è stato quanto di meglio una piazza innamorata ma (relativamente) povera potesse aspettarsi. Da dirigente le cose non sono andate bene. Colpa di una mala sintonia tra persone che vivono il calcio in maniera diametralmente opposto. L’istinto, il cuore di Francesco si sono scontrati con la testa e la razionalità di Baldini o Pallotta. E’ finita a stracci con una conferenza stampa al vetriolo che rappresenta il momento più brutto di un 2019 che di ricordi brutti era già pieno. Totti ha scelto la verità quel giorno, la sua verità. E a volte fa troppo male. Il ricordo sportivo più nero, invece, risale al 30 gennaio giorno di Fiorentina-Roma 7-1. Una batosta senza precedenti che ha estromesso la Roma dalla coppa Italia. Il peggiore in campo, tra i tanti peggiori, quel giorno fu Kolarov che ha alimentato poi con la curva una polemica sterile. Il serbo ha concesso tanti errori nel 2019, ma gol e leadership ne salvano l’oroscopo. La sufficienza la strappa pure Kluivert che con Fonseca sembra aver trovato la Lonely Planet della maturità. La seconda parte dell’anno è da Rolls Royce. In attesa di giudizio nel 2020 due giocatori arrivati con aspettative decisamente diverse. Uno è l’armeno Mkhitaryan che ha passato più tempo in infermeria che all’Olimpico. L’altro è il turco Cetin capace comunque di scalzare Juan Jesus dal quarto posto della griglia dei centrali.

5,5 FLORENZI, PASTORE, SPINAZZOLA, PEROTTI, MANOLAS

Passiamo al registro dei rimandati. A “capitanare” la lista c’è sicuramente Alessandro Florenzi che alla mezzanotte del 31 dicembre lancerà un sonoro vaffa dal balcone a un 2019 decisamente amaro almeno dal punto di vista sportivo. L’erede al trono di Totti e De Rossi non ha la caratura dei due predecessori, ma forse questo è il problema minore. Dopo i 6 mesi da incubo tra il 7-1 a Firenze, le lacrime di Oporto e quel derby perso 3-0 in cui è stato immortalato sorridente con Lucas Leiva sembrava essere arrivata una tregua. E invece l’arrivo di Fonseca ha peggiorato (solo per lui) le cose. Il portoghese sin da subito lo ha messo in dubbio alimentando l’amletico dubbio: terzino o esterno d’attacco? Il mood si è fatto più malinconico negli ultimi tre mesi dell’anno. Florenzi ha passato più tempo in panchina che in campo, roba che a Roma non si era mai vista. Al suo posto gli sono stati preferiti spesso Spinazzola e Santon. Solo nelle ultime due partite di campionato è arrivato quel raggio di sole che potrebbe convincerlo a restare. Per capire dove e cosa sarà nel 2020 (anno degli Europei) bisognerà interpellare Paolo Fox. Chi ha visto aumentare il voto in pagella, quasi da insospettirsi di aver copiato, visto il boom improvviso è stato Pastore. Uno dei più grandi oggetti misteriosi del mercato di tutti i tempi della Roma ha beneficiato invece dell’effetto Fonseca e tra ottobre e novembre si è ripreso le copertine dei giornali come non capitava dai tempi di Palermo. Scivolone sul finale con un nuovo infortunio e qualche dichiarazione evitabile. Si perde la sufficienza nell’ultimo mese pure Spinazzola, altro abbonato al parcheggio di Villa Stuart. L’esterno proveniente dalla Juve, in un discutibile scambio con Luca Pellegrini, era partito benino ma ha giocato col singhiozzo a causa dei tanti infortuni. Nell’ultimo mese raramente ha meritato il 6 in pagella perdendo anche il posto da titolare. Una maglia che ha meritato di riconquistare una vecchia conoscenza delle nostre pagelle come il Monito Perotti. Il The Irishman argentino ha ripreso a freddare portieri su rigore e far ballare il Tango alle difese italiane nell’ultimo mese di campionato dopo un autentico calvario durato 9 mesi. E’ stata l’ultima pagella, infine, per Manolas che in estate ha deciso di “vincere qualcosa” nel Napoli che oggi è fuori pure dalla zona Europa League. Una scelta sbagliata dopo 6 mesi non da protagonista per l’eroe anti Barcellona che è stato comunque tra i migliori della rosa sotto la gestione Ranieri. Un finale negativo dopo 5 anni ad alti livelli.

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