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Il 2021 di Pellegrini, la consacrazione: dalla fascia all’incontro con Mourinho

Redazione

Il 4 maggio a Roma cambia tutto. La Roma ha appena annunciato l’accordo con Mourinho. Il portoghese siederà sulla panchina giallorossa per tre anni. L’Italia è scossa. Torna l’allenatore del Triplete nerazzurro, nella squadra che all’epoca era la sua principale rivale. Lo Special One ci mette poco a capire di dover costruire il suo progetto su Pellegrini. “Può fare tutto. Se ne avessi tre, li farei giocare tutti” dice nella conferenza stampa pre-Trabzonspor. Lorenzo inizia la sua prima stagione da capitano a tutti gli effetti come meglio non poteva. Nella Roma delle 6 partite su 6 segna cinque gol, numero più alto di qualsiasi altro centrocampista in Europa. Il ruolo da trequartista a sostegno della punta lo esalta: gioca più vicino alla porta e duetta con chiunque gli graviti intorno. Poi la doccia gelata. Per una doppia ammonizione surreale contro l’Udinese salterà il derby. Il primo da capitano e il primo big match della stagione. Da lì il rendimento calerà anche a causa degli infortuni ma quando è in campo si sente e incide. Come nella partita contro il Cagliari che deciderà con una pennellata fantastica su punizione. Ma Pellegrini i tifosi non li fa sognare solo in campo. Il 2 ottobre la Roma ufficializza il suo rinnovo fino al 2026: “Difficile spiegare questa emozione, è quello che ho sempre voluto. Sicuramente è arrivato al momento giusto, era arrivato il momento di legarmi alla squadra della mia città. Non potrei provare un’emozione più grande di questa” dirà al momento della firma. Sceglie di restare a Roma praticamente a vita come molti romani e romanisti prima di lui. E il mondo giallorosso non poteva far altro che ripartire da un riferimento come lui