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Fuga dall’Olimpico: in 20 anni calo del 50% e peggiore media spettatori della storia romanista

Francesco Balzani

C’è da dire che Telepiù e Stream avevano qualche abbonato in meno di Sky e Mediaset, ma la possibilità di vedere la partita comodi sul divano c’era anche prima seppure senza l’HD o altre tecnologie. I social in parte hanno cambiato il modo di vivere il calcio visto che il primo pensiero durante e dopo la partita è quello di “fischiare” o “esultare” su Facebook o Twitter. Ma ciò che spinge una persona a restare a casa in tempi di forte crisi economica è quella di poter pagare 20 o 30 euro al mese per vedere 50 partite anziché spenderne 30 o 40 per vederne solo una, magari brutta e da un settore dove non si distingue la linea di fondo con quella dell’area piccola. Facciamo conto che quella persona ha anche due figli (e quindi un altro centinaio di euro da spendere), e il gioco è fatto. Un primo distacco tra i pienoni da 70 mila spettatori ai 50 mila c’è stato infatti intorno al 2004-2005, inizio della crisi e inizio delle offerte delle pay tv. A questo si aggiunge l’odiata Tessera del Tifoso e i risultati meno brillanti del club.

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