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Fuga dall’Olimpico: in 20 anni calo del 50% e peggiore media spettatori della storia romanista

Francesco Balzani

Di sicuro una componente fondamentale che ha causato il distacco con la tifoseria notoriamente più calda d’Italia è causato dalla mancanze di vittorie. La Roma, infatti, non vince qualcosa da 7 anni (coppa Italia) e negli anni ha incassato amarezze come il 26 maggio o l’1-7 col Bayern Monaco. Va detto però che il boom dell’Olimpico non si è registrato solo negli anni di Sensi e Capello o in quelli di Viola e Liedholm. Basta guardare il dato tra il 1996 e il 2000 (dove non si è vinto nulla e anzi si faticava ad entrare in coppa Uefa) che attesta la media spettatori sui 55 mila a partita, più degli anni del post scudetto o in quelli del primo Spalletti. Va detto che anche il nostro calcio ha perso fascino, ma non basta. E allora bisogna scavare più a fondo e forse andare a ricercare il disamoramentonella proiezione romanista che oggi manca nella gestione americana. Per alcuni troppo fredda e concentrata sul marketing, per altri poco interessata alle problematiche dei tifosi. La gente non si identifica più nel calciatore (fatta eccezione per Totti o De Rossi), né nel presidente come una volta si faceva con Viola, Sensi o Anzalone. Non si vive più la squadra a tu per tu, a Trigoria è quasi impossibile vedere da vicino un calciatore, e anche quelli di cui ci si innamora dopo 2 anni fanno le valigie.

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