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Eusebio Di Francesco: ieri, oggi e domani

Valerio Salviani

Zemaniano, ma non troppo. 'Difranceschiano', per l'esattezza. Il nuovo allenatore della Roma applica la filosofia boema, ma la riadatta al calcio moderno. “Ci sono i momenti per attaccare e quelli in cui si deve aspettare” racconta Eusebio. Ma guai a fare due passaggi in orizzontale di fila. La prima squadra ad affidargli la panchina è il Lanciano nel 2009. Un esperienza che si conclude con l'esonero dopo soli 6 mesi, ma che non tronca le sue ambizioni. Poi la chiamata in patria, al Pescara, dove allena per 1 anno e mezzo raggiungendo nel primo anno la promozione in B, e nel secondo una salvezza tranquilla. Sarà lui a consigliare Zeman al presidente Sebastiani come suo sostituto, prima di lanciarsi nell'avventura a Lecce, la sua prima panchina di Serie A. Anche questa volta però l'inizio è in salita e a dicembre arriva l'esonero. Ma la svolta è dietro l'angolo. Nel 2012 diventa l'allenatore del Sassuolo. Con i neroverdi un cammino che dura 5 stagioni (interrotte da un breve esonero di 5 partite), per una favola che inizia dalla Serie B e finisce in Europa. Ora la Roma, per quella che rappresenta l'occasione della vita. Un integralista del 4-3-3, ma che studia e si adatta a uomini e situazioni. “Cerco d'inventare qualcosa di nuovo ogni giorno, senza cambiare mai la mia filosofia. Perché chi mi sceglie conosce le mie caratteristiche”. Zemaniano per la voglia di verticalizzare e per i movimenti dei centrocampisti, che devono attaccare lo spazio. Un po' di meno per la preparazione. Niente gradoni, ma sì ai 1000 metri, che mostrano il carattere e la tenacia dei suoi uomini. Ma, volendo, anche Spallettiano, per la difesa a 3 e mezzo, con un terzino che stringe al centro quando l'altro spinge. Di Francesco porta entusiasmo, ma poca esperienza. Molto spesso l'approccio è stato difficile per lui e l'eredità lasciata dal predecessore è pesante. Dovrà migliorare sulla fase difensiva, non il suo campo prediletto. Per farlo avrà a disposizione anche il capitano della nazionale messicana, Hector Moreno. Primo acquisto dell'era Monchi.

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