La Roma domani è attesa alla Boras Arena per la seconda giornata di League Phase di Europa League contro l'Elfsborg (Svezia) di Oscar Hiljemark. Una lunga trasferta che porta con sé insidie e difficoltà tali da non permettere ai giallorossi di sottovalutare una sfida importante dopo il pari interno contro l'Athletic della scorsa settimana. Pericoli che arrivano, innanzitutto dalla cornice in cui gli uomini di Juric sfideranno gli svedesi, certamente avvantaggiati dal conoscere alla perfezione come gestire le caratteristiche del loro campo. La mente di molti tifosi andrà alla terrificanti trasferte di Bodo dove la Roma non è mai riuscita ad uscirne vincitrice. Una sconfitta per 2-1 ai quarti di Conference e ovviamente il fragoroso 6-1 che tormenta ancora gli incubi dei sostenitori giallorossi. Stavolta non è la Norvegia, ma qualche assonanza c'è anche se sono più di 1600 i km che separano queste due località nordiche.
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Elfsborg-Roma, dal clima rigido al sintetico: le insidie della trasferta nordica
Clima e campo sintetico
—Il clima non sarà certamente quello della Capitale che ad inizio ottobre riserva ancora molte belle giornate con temperature che si abbassano di poco solo la sera. La differenza sarà di più di 10 gradi visto che a Boras nelle ore notturne si toccano i 3/4 °C. Condizioni che devono dunque mettere sull'allerta i giallorossi, soprattutto per chi - come Dybala e Pellegrini - arriva da un infortunio. Il capitano giallorosso e la Joya potrebbero essere impiegati solo se necessario ma l'idea è di farne a meno e riaverli al 100% per la gara con il Monza. A ciò si aggiunge un rettangolo di gioco ben diverso da quello dell'Olimpico, per il semplice fatto che è progettato con erba sintetica. Una soluzione spesso adottata nelle regioni nordiche a causa di piogge e nevicate che graverebbero enormemente sul terreno di gioco durante la stagione. Tornano i cosiddetti "campi di plastica", come li definiva Mourinho, che possono mettere in difficoltà chi come la Roma non è abituata a giocarci.
Elfsborg: 3-4-3, Ouma e Yegbe
—Passando alle insidie dal punto di vista tecnico della squadra di Oscar Hijlemark, si tratta di una formazione votata all'attacco con punti di debolezza e forza a cui Juric dovrà fare attenzione. Il modulo è a specchio: 3-4-3 con centrali di difesa che amano giocare il pallone e con un utilizzo delle fasce molto preponderante. È una squadra che non fa del possesso palla la sua forza: 41,7% di media nel campionato svedese e addirittura il 34% nell'ultima gara europea contro l'AZ Alkmar. Velocità e contropiede, dunque, con i protagonisti maggiori sulle fasce - Hedlund e Zeneli - ma attenzione anche a centrocampo dove Timothy Ouma è il pericolo numero uno dalla distanza. Il giovanissimo keniano - classe 2004 - ha grandi doti balistiche come dimostrano le ultime reti realizzate. Focus, infine, su Yegbe e Baidoo. Il primo agisce principalmente da braccetto ed è il calciatore con più tocchi in media per partita (70.8 in Allsvenskan), la sua stazza (1.95 cm) lo rende molto forte nei duelli aerei. Michael Baidoo agisce, invece, da punta pur non essendo un centravanti di ruolo. È il 10 della squadra, il fantasista, abile nel fare da raccordo tra centrocampo e attacco e con una discreta media realizzativa in Svezia (10 gol e 4 assist in 24 presenze).
Lorenzo Scattareggia
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