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De Zerbi: “De Rossi? Le bandiere vanno rispettate, devono decidere loro quando smettere”

LaPresse

Le parole del tecnico del Sassuolo dopo il pari con la Roma

Redazione

Dopo il Torino, il Sassuolo ferma anche la Roma sullo 0-0 al Mapei Stadium. De Zerbi, tecnico dei neroverdi, ha parlato al termine della match.

DE ZERBI A DAZN

Sull'analisi della partita

Credo anche nel secondo tempo abbiamo fatto la partita. Poi negli ultimi 15 minuti si potevano permettere di più perché avevano un obiettivo più importante del nostro. Ho un po' di rammarico per due-tre palloni nel primo tempo, dove potevamo portare più giocatori davanti alla porta.

Dove deve crescere il Sassuolo?

Nella determinazione e nella cattiveria. Sono troppo pochi i gol fatti rispetto a quanto creato. Per quanto fatto in campo si doveva vincere o fare gol. Oggi è il 14° clean sheet che abbiamo ed è tanto per una squadra di metà classifica. Potevamo raccogliere più del decimo posto

Sulla ricerca della superiorità numerica

Si, poi dipende dalla pressione della squadra avversaria. La Roma non fa una pressione forsennata quindi avevamo i due centrali contro il centravanti e c'erano zone dove eravamo in superiorità. In alcuni casi potevamo giocare più velocemente, ma lo abbiamo fatto anche bene

Su De Rossi

Mi ha fatto i complimenti. Mi ha detto che i miei giocatori si sono divertiti. Io gli ho detto che mi dispiace molto. Ho un De Rossi in squadra che è Magnanelli. Da noi deciderà lui quando smettere e andare via. Alcune bandiere vanno rispettate e devono decidere loro quando smettere.

DE ZERBI A SKY

Sorpreso delle difficoltà di uscire dalla metà campo nel secondo tempo?

Non mi è sembrata questa difficoltà, avevamo obiettivi diversi ma siamo usciti tante volte anche in maniera brillante, bella. Ricordo tanti rinvii di Consigli che trovavano Djuricic, anzi abbiamo avuto diverse occasioni. Negli ultimi 10 minuti siamo calati di condizioni e la Roma ha provato il tutto per tutto, ci sta soffrire un po'.

Sul decimo posto raggiunto.

E' un obiettivo di orgoglio, ce lo stiamo meritando ma quelle davanti a noi sono più attrezzate come la Samp, il Torino e l'Atalanta. Magari in partite secche ce la giochiamo ma nel campionato ancora siamo distanti.

Quanto questa squadra, assimilando le nozioni, può camminare da sola e quanto deve essere invece guidata. Quando potrà scegliere da sola?

La crescita sta lì. Se parliamo di scelta, parliamo non solo di passaggio ma anche di ritmi nella partita. Abbiamo raccolto tanto nel girone di andata, nel girone di ritorno abbiamo giocato meglio e oggi abbiamo fatto il 14esimo clean sheet. La crescita sta nel capire il momento della partita, dove bisogna vincere o dove bisogna accelerare. Lavoriamo per il risultato, non per farci dire 'bravi'. Paghiamo anche l'età media bassa, ma si tratta di capire questo snodo qui. Se capiamo quello nel prossimo campionato possiamo avere anche 12-15 punti in più.

E' la prima stagione di crescita effettiva di Berardi, è molto coinvolto nel gioco della squadra e maturato. A che punto è il suo processo? E' il momento di lasciare Sassuolo?

E' maturato tanto, dal primo giorno di ritiro l'ho responsabilizzato, gli ho dato la fascia ma l'ho anche attaccato. Ha 25 anni e deve sentirsi grande e pronto per quando andrà in una grande squadra, perché avverrà. Io lo terrei a tutti i costi, poi non so se nel suo percorso è la soluzione migliore. Deve avere umiltà ma deve anche avere personalità, come rendimento e presenza c'è sempre stato. E' un elemento che ritrovi quando vai in una grande squadra.

Rimane a Sassuolo?

Io ho detto che sto bene qui. Dobbiamo capire chi deve uscire e chi deve entrare, mi piacerebbe migliorare la squadra. L'ultimo flash che hai in testa ti condiziona nelle decisioni, ma si può migliorare nei gol e nella difesa a campo aperto. Poi tanti giocatori avranno mercato e bisogna rispettare anche le volontà dei giocatori.