Oggi Morgan De Sanctis ha partecipato all'evento TEDxYouth che si è svolto all'auditorium Parco della Musica. Il portiere della Roma ha rilasciato delle dichiarazioni ai cronisti presenti:
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De Sanctis: “Vogliamo che i tifosi tornino allo stadio nel rispetto delle istituzioni” – VIDEO 1-2
Sulla strage di Parigi
"Chi può rimanere indifferente rispetto a delle cose che ci coinvolgeranno tutti per il resto della nostra vita? Ho sentito parlare in queste ore di mancanza di aggettivi per descrivere questa situazione e confermo questa linea".
Hai sentito mister Rudi Garcia che ieri era presente allo stadio?
"Per quello che può valere noi come gruppo siamo perennemente in contatto. Il nostro team manager ci ha informato che le persone della Roma che erano a Parigi stavano tutte bene. Non c'era soltanto il mister, ma c'era Digne, Rüdiger e dei dirigenti, ma questo lascia il tempo che trova perché è stata una notte terribile per tutti quanti: sicuramente per chi è stato coinvolto direttamente, ma anche per tutti gli altri che hanno potuto rendersi conto anche da casa di quello che stava succedendo".
Sabatini in settimana ha dichiarato di essere rimasto deluso dai tifosi per gli sputi ricevuti dalla squadra, cosa che avevi affermato anche tu in passato. Vi manca la Curva Sud, speri che torneranno? Come commenti le parole del direttore sportivo?
"Innanzitutto voi giornalisti non lo fate per niente bene. Quando si parla di tifosi non bisogna generalizzare voi invece purtroppo lo fate. Noi non vogliamo farlo: ci sono i tifosi, che sono la maggior parte, e poi ci sono altri che non so come definire. Questa è una distinzione che vi prego di continuare a fare per evitare che si faccia una associazione generale quando si dice 'tifosi'. Non è corretto. Rispetto a quello che è successo l'anno scorso, la federazione ha fatto un intervento molto preciso che speriamo possa funzionare da deterrente rispetto a quegli episodi che abbiamo avuto purtroppo l'opportunità di vivere l'anno scorso. Per quanto riguarda i tifosi, in senso generale, io l'ho ribadito più volte durante la stagione: sarebbe fondamentale che ci fossero, se parliamo dei tifosi della Roma. Devono tornare allo stadio, devono tornare nel rispetto a un programma che è stato stabilito dalle istituzioni. Non sono mai stato allo stadio da tifoso, o comunque non l'ho fatto nell'ultimo periodo quindi ritengo anche sacrosante delle situazioni che rivendicano i tifosi, come controlli eccessivi e tutto, però in questo momento la situazione è questa. Devono capire, e lo sanno, che per noi sarebbe fondamentale averli al nostro fianco, però tornassero allo stadio e dimostrassero, come hanno sempre fatto la maggior parte dei tifosi, di manifestare il loro sostegno alla squadra facendolo in modo corretto e poi credo che le istituzioni saranno assolutamente comprensive sotto questo punto di vista e faranno in modo che si ristabilisca quello che prima c'era cioè la normalità".
Quale sarà il tuo futuro l'anno prossimo?
"Mi sento bene, credo di dimostralo quotidianamente e ho l'obbligo e il dovere di farlo: durante gli allenamenti e, se dovesse capitare, durante le partite. In questo momento non mi sento in nessun modo al di fuori di quello che è il mio compito di calciatore professionista. Se queste saranno le condizioni, anche mie, a giugno non ci penso minimante a smettere. Poi si fanno tutta una serie di considerazioni, ma siamo lontani. Abbiamo una stagione intera importante, bisogna dare tutti una mano e bisogna fare le cose per bene. C'è tempo per parlarne. Per adesso i portieri della Roma ci sono, sono bravi, credo che garantiscano un ottimo rendimento e, fino alla fine della stagione, dobbiamo continuare a fare in modo che questo avvenga".
Sembra che Szczesny ritornerà all'Arsenal. A te che ci lavori a stretto contatto e che hai un bel rapporto con lui ha ha detto qualcosa, gli piace stare qui a Roma?
"Lui è stato onesto sotto tutti i punti di vista. Forse questa onestà poteva mettere in secondo piano rispetto all'opportunità di dire certe cose e di pensarne altre. Invece è stato onesto: è un giocatore dell'Arsenal, sta bene a Roma, ha detto tutto quello che doveva dire. Non mi farei tanti problemi piuttosto sarei speranzoso di continuare a vedere, nel caso del portiere meno protagonismo significa più qualità di risultati, però i portieri ci sono, sono bravi e diamogli fiducia indipendentemente da quelli che saranno gli scenari futuri che forse non dipendono, in questo caso, solo dagli interpreti".
Avete fissato un appuntamento con la dirigenza per parlare del tuo futuro?
"Io l'anno scorso ero in scadenza di contratto e, orientativamente, mi incontri con il direttore a dicembre. Quest'anno potrebbe essere dicembre, potrebbe essere più avanti, non c'è premura. Ripeto: io mi sento giocatore anche perché non ho nessun tipo di manifestazione che posso dimostrare il contrario. La mia priorità è sicuramente la Roma, qui ho deciso di fermarmi a vivere quindi se decidessi di continuare a giocare mi piacerebbe farlo nella Roma. Poi quando si firmano i contratti, l'ho detto anche l'anno scorso, non si firmano da primo, secondo o da terzo portiere, ma si ci si cerca di allenare per dare un contributo tutti i giorni. Questo è l'obbiettivo. Decideremo insieme alla società, e non mi sembra presuntuoso dire questo, sono un profilo di giocatore maturo, so quali sono i miei diritti e i miei doveri e non metterò spalle al muro nessuno anche perché non vorrei mai essere messo spalle al muro".
Come accetta un giocatore come te questo ruoli di leader dello spogliatoio, ma con poche presenza in campo?
"Fatta salva l'esperienza a Siviglia negli ultimi hanno ho sempre giocato, però nella mia carriera ho fatto il terzo portiere, ho fatto il secondo... Credo che, e qui lo dico anche con un po' di presunzione, per buon senso, per intelligenza, per coerenza ci si debba comportare come mi sto comportando io perché i professionisti fanno così. Non si può cambiare atteggiamento quando si gioca o si è più protagonisti, quindi questa è la linea. Vorrei che questo fosse apprezzato e credo che lo sia non mi pongo nessun altro tipo di problema singolo rispetto all'interesse collettivo".
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