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Amor che vince il tempo e resta intatto

Marco Prestisimone

È ahinoi un elemento presente per tutto l’anno. Il tifo è rientrato nel proprio settore, ma non si placano le proteste per le multe che continuano a giungere ai sostenitori, non ultime quelle contro i lancia-cori, rei di stare in piedi sulle balaustre dopo Roma-Inter. Pronta arrivò la risposta del gruppo “Roma”. "Non faremo lo sbaglio di rinunciare al nostro ruolo, Roma non può essere un laboratorio sociale per sperimentare nuovi metodi repressivi, per vietare ciò che dappertutto è scontato e consentito. Se cantare ed avere una passione deve essere sottoposto ad una sanzione allora oggi… MULTATECI TUTTI!”, il comunicato dopo Roma-Udinese lo scorso 23 settembre.

Il problema-multe è nato subito, fin dal momento del ritorno della Sud nel proprio settore. Il giorno del rientro, infatti, arrivarono sanzioni e daspo per venti romanisti che avevano organizzato il corteo verso lo stadio il giorno del derby.

“Ieri barriere, oggi sanzioni: mai fermerete le nostre passioni”. Gli ultras non ce la fanno più e se la prendono con le istituzioni, colpevoli di creare solamente nella capitale un laboratorio nel quale mettere a punto nuove iniziative contro il tifo. A proposito di questo abbiamo contattato l’avv. Lorenzo Contucci, da sempre vicino alle vicende degli ultras, che ha tratto un breve bilancio: “Il 2017 è stato l’anno nel quale si è tentato di risanare le ferite impresse dalla gestione dell’ordine pubblico allo stadio Olimpico. Farlo è difficile, perché c’è sempre qualcuno che mette i bastoni tra le ruote. La questura di Roma – continua -  dovrebbe mettersi al livello delle altre questure d’Italia e usare più buon senso nella gestione delle piccole cose. Tutti ne hanno le scatole piene delle multe. La questura si muove nell’ambito della legalità, ma lo fa in modo esasperato, applicando in maniera burocratica norme ottuse che così portano solo ad un soffocamento”.

È diventato reato sostenere anche i propri beniamini: “Sangue romano, DDR nostro capitano”, è lo striscione esposto dopo lo schiaffo del numero 16 ai danni di Lapadula, costato due punti alla Roma e due giornate di squalifica al capitano giallorosso. Peccato che non fosse autorizzato dal GOS. Il risultato? Multe da 167 euro, la stessa sorte dei lancia-cori. E i tifosi invitano a farne buon uso…

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