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Marco Delvecchio

Marco Delvecchio

  • Nazionalità:Italia
  • Età:50 (7 aprile 1973)
  • Altezza:1.86 m
  • Peso:82kg
  • Piede:Sinistro
  • Valore di mercato: mln

PROFILO

DELVECCHIO, LA BIOGRAFIA

Marco Delvecchio è un ex calciatore, nato a Milano il 7 aprile del 1973. Giocava nel ruolo di attaccante, il suo piede era il sinistro e una delle sue capacità era di saltare l’uomo, con un doppio passo che in pochi riuscivano ad anticipare. Con gli anni ha sviluppato un ottimo senso del gol, sia di piede (prevalentemente destro), sia di testa. Nato come prima punta, nel corso della sua carriera ha giocato anche da esterno d’attacco e in alcuni casi anche a centrocampo. 

LA CARRIERA

Dopo essere cresciuto nelle giovanili dell’Inter, è stato venduto alla Roma in modo quasi improvviso, quando era praticamente appena approdato in prima squadra all’Inter. Un episodio che lo ha colpito di sorpresa e gli ha letteralmente cambiato la vita: Delvecchio è rimasto in giallorosso sostanzialmente per tutta la sua carriera, almeno per la sua fase importante e, ed è rimasto legato alla capitale anche dopo la fine dell’attività agonistica.

Club

Nato a Milano ‘Supermarco’, come poi lo nomineranno i tifosi della Roma, ha cominciato la sua carriera nelle giovanili dell’Inter dove è arrivato a giocare fino alla Primavera guidata da Giampiero Marini, prima dell’esordio in prima squadra, contro la Juventus nel 1992, era il 26 febbraio ed era una partita di Coppa Italia. La prima gara in Serie A invece è arrivata pochi giorni dopo. Nel marzo dello stesso anno contro la Fiorentina, entrato per sostituire Davide Fontolan. Nonostante il doppio esordio sia arrivato nel giro di poco tempo, Delvecchio ha faticato a trovare spazio in prima squadra. Davanti a lui c’erano giocatori di esperienza così la società a fine anno ha deciso di mandarlo a fare esperienza, e lo ha ceduto in prestito al Venezia. Nella stagione appena conclusa Delvecchio ha collezionato solo cinque presenze tra campionato e Coppa Italia, mentre in Serie B è riuscito a giocare con una continuità. Una costanza che gli ha permesso di cominciare a costruirsi un bagaglio di esperienza anche se le reti faticano ad arrivare. Con la maglia dei lagunari, l’attaccante, ha giocato 22 volte e segnato tre gol. Tornato all’Inter a fine stagione, per l’anno successivo, i dirigenti hanno deciso che Marco non fosse ancora pronto e così lo hanno mandato ancora una volta lontano da Milano. Questa volta in Serie A, all’Udinese dove ha giocato nove partite e non ha segnato neanche un gol. I friulani, a fine stagione, non hanno confermato il prestito e per Delvecchio è arrivata di nuovo l’ora di tornare all’Inter. Era il 1994 e in quel periodo, per l’attaccante, sembrava essere arrivato il momento di avere una certa continuità tra i nerazzurri. Ottavio Bianchi, che in quel periodo è alla guida della squadra, sembrava puntare sull’esterno che, a quell’epoca, aveva 21 anni. Sono giorni felici per il giocatore che, per la prima volta da quando è passato nella squadra dei grandi, sembra finalmente aver conquistato un posto in rosa. Nel periodo tra il luglio del 1994 e il gennaio del 1996 Delvecchio è entrato a far parte del gruppo dei giovani su cui l’Inter voleva costruire il suo futuro. A novembre, contro la Reggiana, ha segnato il suo primo gol in Serie A e ha chiuso la stagione con un’altra rete, contro il Padova in una partita che l’Inter ha vinto per 2-1 e ha conquistato la zona Uefa. Alla fine, saranno 4 i gol messi a segno dall’attaccante e 29 le presenze in maglia nerazzurra. Tutto sembrava ormai scritto, Delvecchio ormai, dopo anni di gavetta, vedeva il suo futuro all’Inter. Tanto che anche nella stagione successiva è stato confermato e ha segnato uno dei 4 gol con cui l’Inter ha battuto il Torino. Nello stesso periodo, l’ormai ex giocatore, è entrato a far parte del giro della nazionale under 21. Per Delvecchio sembra ormai aver trovato la sua strada: la sua squadra di quando era bambino sembra davvero decisa a puntare su di lui, tanto da permettergli di arrivare anche alla maglia azzurra, grazie alle prestazioni con l’Inter. Tutto sembra andare nella direzione giusta, per il giocatore, fino a quando la società nerazzurra invece mette a segno una mossa a sorpresa. 

Il passaggio alla Roma

Proprio mentre Delvecchio è in ritiro con gli azzurrini, l’Inter – che da tempo stava corteggiando la Roma per arrivare a riprendersi Marco Branca, decide di inserire nell’affare il suo giovane talento. È il mercato di riparazione, così il 9 novembre del 1995 Delvecchio è diventato un giocatore giallorosso, alla guida della squadra c’era Carlo Mazzone. Il calciatore viene informato dell’operazione mentre era in ritiro con la nazionale e la reazione, ancora si racconta, non sembra sia stata delle migliori. Il suo passaggio di maglia avviene con la formula del prestito, per un valore di 4 miliardi di lire (circa due milioni di euro). L’attaccante ancora non lo sa, ma la scelta dell’Inter, che lui inizialmente ha letteralmente subito, segnerà la sua carriera e la sua vita. Il giocatore, infatti, passerà alla Roma nel 1995 e alla fine ci rimarrà per 10 anni. Con un po’ di difficoltà iniziali e diversi alti e bassi, nel rapporto con l’ambiente, Delvecchio si conquista la fiducia dei tifosi e della società a suon di gol. A volte contestato ma poi amato e considerato una delle bandiere giallorosse, l’attaccante alla fine ha legato la sua carriera e la sua vita alla Roma. La società, che in quel periodo era del presidente Franco Sensi, nel giugno del 1996 ha deciso di riscattare la metà del suo cartellino per 6 miliardi di lire (circa tre milioni di euro). Nel suo primo anno da giallorosso in 27 partite giocate ha segnato solo 4 reti (due delle quali contro le big Juventus e alla sua ex Inter). Nonostante le difficoltà Zeman – alla guida della Roma di quegli anni – ha chiesto alla società la conferma dell’attaccante. Il 24 giugno del 1997 il presidente Sensi verserà poco più di 4 miliardi di lire nelle casse dell’Inter per assicurarsi l’altra metà del giocatore ancora di proprietà nerazzurra. In quel periodo l’attaccante titolare, per il boemo, è sempre stato l’argentino Abel Balbo e in squadra c’era naturalmente già Francesco Totti. Delvecchio è sceso in campo, nella stagione 1997/98, 32 volte tra coppa Italia e Campionato e ha segnato otto reti. Quello che solo successivamente diventerà Supermarco, ha faticato a trovare spazio e continuità all’inizio, non sentiva la fiducia dell’ambiente e la tifoseria percepiva questa situazione. Il rapporto tra il giocatore e la città non è subito idilliaco. Proprio da questa sua difficoltà a conquistare la fiducia dell’ambiente è nato quello che poi rimarrà il suo modo di esultare dopo un gol: le due mani poste dietro le orecchie con il volto rivolto verso la curva, come a voler ascoltare la reazione del pubblico alle sue reti. All’inizio è chiaramente un gesto polemico, poi è diventata la sua esultanza simbolo ed è sparita l’espressione di sfida dal suo viso che diventa un sorriso gioioso. C’è voluto del tempo perché la cosa si stabilizzasse ma alla fine Delvecchio è diventato uno dei simboli della Roma della fine degli anni 90 e uno dei giocatori più acclamati. 

Statistiche

Un milanese di nascita, romano d’adozione lo definiranno in molti. Proprio nella seconda stagione sotto la guida di Zeman, l’attaccante si è adattato perfettamente al 4-3-3 del boemo ed è arrivato a segnare 18 gol in campionato, stabilendosi al primo posto tra i marcatori giallorossi di quell’anno. Quello è l’anno del 3-3 nel derby con la Lazio recuperato dalla Roma che prima è passata in vantaggio proprio grazie ad una rete di Supermarco e poi ha recuperato dopo essere andata invece in svantaggio; è la stessa partita in cui Delvecchio ha segnato anche il 4-3 che però viene annullato. Delvecchio ha fatto gol anche nel derby di ritorno, oltre a realizzare una rete in coppa Italia contro l’Atalanta e 4 in coppa Uefa. Saranno in tutto 42 le sue presenze tra Serie A e coppe, 23 i gol all’attivo. Alla fine della stagione è arrivata al termine l’avventura di Zeman sulla panchina della Roma e arriva Fabio Capello che decide di arretrare la posizione di Delvecchio che così è diventato una seconda punta. Il cambio di ruolo non ha influito sull’istinto del gol dell’attaccante milanese. Al termine dell’anno calcistico la punta ha giocato 37 partite e segnato 12 reti tra campionato, coppa Uefa e coppa Italia. Con Capello – che ha portato la Roma a vincere il terzo scudetto della sua storia – l’ex interista alla fine ha indossato la maglia 167 volte e segnerà 38 reti. In quegli anni la concorrenza era molta nel reparto avanzato. C’erano punte del calibro di Batistuta, con cui Delvecchio aveva un buon rapporto, o Montella, se si guardano solo gli attaccanti puri, quelli con cui Marco (che indosserà la maglia numero 24 nella sua lunga avventura romana), doveva giocarsi un posto. Anche se la sua abilità a giocare come esterno gli ha permesso di giocare più indietro e sacrificarsi anche nella fase difensiva, come gli chiedeva Capello. Tanto che andrà ad occupare l’esterno di centrocampo, per questo i gol alla fine della stagione dello scudetto saranno solo 3.  

Nello stesso periodo e grazie alle sue capacità di sacrificarsi, si è ritagliato un posto nella nazionale di Dino Zoff che è arrivata nella finale dell’Europeo del 2000.  Di sicuro di Delvecchio si ricorda la sua capacità di andare in gol nei derby. Era un vero e proprio spauracchio per la Lazio nelle stracittadine. Nei suoi 10 anni alla Roma ha segnato 9 reti ai biancocelesti. Un record superato solo da Totti qualche stagione dopo (era il 2014-2015 e Delvecchio già non era più un giocatore della Roma). Rimasto in giallorosso fino al gennaio del 2005, Supermarco ha chiuso la sua avventura nella capitale con 300 presenze, 83 gol, uno scudetto e una supercoppa italiana. In quella finestra di mercato, giocatore e società hanno l’accordo per interrompere il loro rapporto e Delvecchio va a titolo gratuito al Brescia dove rimane un anno e mezzo. Poi andrà al Parma e successivamente all’Ascoli nel luglio del 2007. Quando sembrava aver chiuso con il calcio giocato decide di dare il suo contributo alla Pescatori Ostia, ma il rapporto con gli arbitri non è idilliaco. Viene espulso un paio di volte, rimedia anche un paio di squalifiche. A quel punto decide che la sua carriera può finire li e nel luglio del 2009 appende gli scarpini al chiodo. E alla fine saranno 399 le partite giocate, 94 i gol segnati in carriera. Un gol ogni 272 minuti.

La Nazionale

 In nazionale invece ha giocato 22 partite, non ha mai preso parte ad un mondiale, mentre ha giocato un europeo raggiungendo la finale, era il 2000. In totale, in maglia azzurra, ha segnato 4 reti. Più fortunato con l’Under 21 con cui ha giocato due campionati europei (nel 1994 e nel 1996 vinto proprio dagli azzurrini). 

Fine carriera

Dopo aver lasciato il calcio giocato, Delvecchio non è rimasto in quel mondo. Ha sicuramente tenuto la sua casa di Roma, nonostante negli ultimi anni viva più a Dubai che in Italia. Si è separato dalla moglie storica, Sara da cui ha avuto tre figli. Ha preso parte allo show ‘Ballando con le stelle’ nell’edizione del 2012. E’ appassionato di beach soccer in cui si diletta spesso, ha partecipato anche ad alcuni tour con la nazionale italiana della disciplina.

Redazione