Antonio Cassano
- Nazionalità:Italia
- Età:42 (12 luglio 1982)
- Altezza:1.75 m
- Peso:84kg
- Piede:Destro
- Valore di mercato: mln
PROFILO
Biografia
Antonio Cassano è nato a Bari, il 12 luglio del 1982. E’ un ex calciatore che giocava nel ruolo di attaccante, era un fantasista dotato di una tecnica sopraffina. Cresciuto da solo con la mamma, dopo che il papà ha abbandonato entrambi quando ancora era molto piccolo, spesso ha raccontato di quanto il calcio lo abbia letteralmente ‘salvato’ da una vita che poteva essere decisamente difficile e che poteva rischiare di prendere una strada sbagliata, come è capitato a molti suoi conoscenti che non hanno avuto il dono che aveva lui. Sempre definito con il binomio ‘genio e sregolatezza’, è stato sempre definito come uno dei maggiori talenti del calcio italiano, dalle grandissime potenzialità alternate però ad un carattere che spesso ha rischiato di metterne in pericolo la carriera. Senza regole e a volte con poco rispetto del mondo che lo circondava – così come anche di alcuni compagni – sono in molti a pensare che con un po’ più di disciplina, sarebbe potuto diventare un campione di grandissime dimensioni internazionali. La rivista francese, France Football, lo ha definito ‘uno dei più grandi talenti sprecati del calcio mondiale’.
Curiosità
Quanti figli ha Antonio Cassano?
Cassano ha due figli maschi, Christofer del 2011 e Lionel del 2013. Per il secondo figlio ha scelto il nome del suo idolo Messi.
Chi è la moglie di Antonio Cassano?
Cassano è sposato con Carolina Marcialis dal 2010, giocatrice di Pallanuoto, conosciuta nel 2008, mentre quando giocava con la Sampdoria. La Marcialis in quello stesso periodo giocava per il Nervi.
Come si chiama la mamma di Cassano?
Giovanna Cassano.
Che problema di salute ha avuto Antonio Cassano?
Mentre era un giocatore del Milan, Cassano ha accusato un malore (in quel momento era ancora con la squadra, il gruppo era all’aeroporto di Milano, appena rientrato dopo la partita di campionato giocata con la Roma), riconosciuto subito come grave dal medico dei rossoneri che ha portato il calciatore immediatamente in ospedale. Gli esami approfonditi, a cui poi è stato sottoposto, hanno evidenziato che, a provocarlo, era stato un forame ovale pervio: un’anomalia del cuore, congenita, che può portare in alcuni casi, ad ischemie cerebrali. L’FPO è i n sostanza è una sorta di finestrella che, invece di chiudersi come dovrebbe succedere dopo l’infanzia, rimane aperta tra l’atrio destro e il sinistro del cuore. Era il 29 ottobre del 2011. Qualche giorno dopo è stato operato per risolvere il problema.
La carriera
Antonio Cassano ha sempre giocato a calcio, fin da quando era piccolo, anche tra le vie della sua Bari Vecchia. A sette anni è entrato a far parte della squadra locale, Pro Inter in cui è rimasto fino a che non l’ha notato il Bari. Nel 1995 è stato selezionato per far parte delle giovanili della squadra biancorossa. A colpire i selezionatori del club è stata sicuramente la sua capacità di poter occupare qualsiasi ruolo in attacco, ma soprattutto la sua tecnica sopraffina. Letteralmente faceva fare al pallone quello che voleva, era il classico giocatore di cui si dice che dava ‘del tu’ alla palla. Controllo e velocità nel servire i compagni, una grande capacità di leggere il gioco, bravissimo a proteggere la palla, aiutato anche dal fisico, alto 175 cm per 84 kg di peso, che non gli impediva comunque di essere molto abile nei dribbling. Era un vero e proprio fantasista – da qui anche il nomignolo coniato per lui di Fantantonio - a cui piaceva fare assist più che i gol e, grazie alla tecnica di cui era dotato, serviva i compagni in modo preciso. Se dal punto di vista tecnico era davvero un fuoriclasse, il suo limite è stato sicuramente il carattere. Cassano, che negli anni si è anche guadagnato il soprannome di Peter Pan, non aveva un carattere facilmente contenibile. Il soprannome gli era stato dato anche per il modo, continuo, che aveva di scherzare con i compagni, dimenticando e valicando spesso dei limiti che lo hanno portato molte volte a litigare con diversi colleghi. Scartato dal Casarano di Corvino, Cassano quando era ancora giovanissimo, è stato visionato anche da Inter e Parma che però non lo hanno scelto. Entrato così, nelle giovanili del Bari, a farlo esordire in Serie A è stato Eugenio Fascetti, nel dicembre del 1999, derby con il Lecce che i biancorossi hanno perso per 1-0. LA prima da titolare l’ha giocata il 18 dicembre dello stesso anno, in casa, al San Nicola, contro l’Inter. Ed è stata quella, probabilmente, la partita della svolta per la vita di Cassano. Titolare per la prima volta in Serie A, ha segnato una rete contro i nerazzurri che è rimasta tra i gol più belli visti in campionato. Era l’88mo, lanciato da Perrotta ha agganciato la palla rubando il tempo a Blanc e Panucci ed è andato in rete. Da quel momento ha cominciato ad avere gli occhi dei più grandi club italiani addosso. In quella stagione, alla fine ha giocato 21 partite e segnato 3 reti. L’anno successivo, sempre al Bari, è diventato titolare ed ha collezionato 29 presenze, con tre gol. E’ stata la sua ultima stagione nel club pugliese. Capello, alla guida della Roma, ha messo gli occhi addosso al talento di Bari Vecchia e lo ha voluto in giallorosso. Il presidente Sensi ha versato 60 milioni di euro per accontentare il tecnico friulano (nell’operazione Gaetano D’Agostino è passato al Bari), che aveva portato proprio nel 2001, la Roma alla vittoria in campionato. Cassano si è trovato così ad indossare la maglia con lo scudetto sul petto, a giocare al fianco di Totti e a sostegno di Batistuta con cui però spesso è andato in conflitto proprio per alcuni comportamenti troppo oltre le righe, tenute dal giocatore di Bari. In quegli anni è nato il termine ‘Cassanate’, con cui venivano definiti colpi di testa che di Fantantonio, che troppo spesso hanno rischiato di rovinargli la carriera. Cassano, nell’estate del 2001, è arrivato e ha esordito in campionato contro l’Udinese l’8 settembre (1-1). In Champions ha giocato per 29 minuti, l’11 settembre (il giorno dell’attentato alle Torri Gemelle a New York, motivo per diverse ore si era ipotizzato anche che la gara venisse rimandata) contro il Real Madrid in casa. E’ rimasto in panchina, invece, il 19 agosto in occasione della partita di Supercoppa Italiana che la Roma ha vinto contro la Fiorentina. In quella stagione ha giocato 30 partite, e segnato 6 gol (il primo in campionato contro il Verona il 3 febbraio del 2002, oltre a quella segnata con il Torino, il 5 maggio del 2002 valsa la vittoria per i giallorossi). Cassano alla Roma è rimasto per 5 anni, vissuti tra alti e bassi, sia nei rapporti con la squadra sia con l’ambiente e altrettanto con gli allenatori, 5 stagioni caratterizzate dai colpi di classe, ma anche dalle ‘Cassanate’, come le corna fatte all’arbitro Rosetti durante una partita con il Milan in Coppa Italia nel 2002. In Champions, il primo gol è arrivato il 2 ottobre del 2002, contro il Genk. Nella stessa stagione ha segnato il pari nel derby contro la Lazio dell’8 marzo. Nel 2002/03, ormai titolare inamovibile, ha giocato 43 partite. Nel febbraio del 2004 ha segnato una doppietta contro la Juventus e una tripletta contro il Siena. Insieme con Totti formava una coppia che non aveva eguali, come classe e fantasia, oltre ad un’intesa perfetta e che ha portato il duo ad arrivare a segnare 34 gol in una sola stagione (2003-2004). Il capitano giallorosso non ha mai nascosto di aver trovato in Cassano, il compagno più forte con cui abbia giocato e quello con cui ha avuto la migliore intesa sul campo. Con l’addio di Capello, il talento di Bari, ha cominciato ad avere problemi con l’ambiente, oltre al fatto di aver rotto con la famiglia Sensi per aver rifiutato un rinnovo milionario, ma che lui non riteneva all’altezza. Nel 2004 la Roma ha vissuto un’annata difficile, con il cambio di 4 allenatori con cui il calciatore barese non si è trovato a suo agio. Capello aveva capito come gestirlo, cosa che molti altri invece non riuscivano a fare e con cui lui non riusciva a trovare un’intesa. Così come è successo con Spalletti, nel 2005. Arrivato sulla panchina, il tecnico toscano non è riuscito a passare sopra ad alcuni comportamenti del calciatore – che tra l’altro aveva anche in squadra diversi compagni che ormai non tolleravano più i suoi colpi di testa e i suoi atteggiamenti per certi versi pesanti – e gli ha tolto i gradi di vicecapitano, durante il ritiro precampionato sulle Dolomiti (dopo una clamorosa litigata con il tecnico durante una seduta in palestra). Tra i tifosi ormai serpeggiava il malumore, sempre per l’atteggiamento del calciatore che stava rischiando di rovinare i rapporti all’interno della squadra. Da quel momento è cominciata la ‘separazione’, di fatto, tra la Roma e Cassano finito anche fuori rosa. Reintegrato, il 12 dicembre del 2005 ha segnato il suo ultimo gol in giallorosso contro il Palermo, nel gennaio successivo è stato ceduto al Real Madrid per 5 milioni di euro. Gli spagnoli hanno vinto la concorrenza di Inter e Juventus, per scelta dello stesso giocatore che, dovendo scegliere, ha espresso la preferenza per i Blancos per andare a giocare con Ronaldo e compagni. Il suo passaggio nella Liga non è stato fortunato. Subito bollato con il soprannome di Gordito (che faceva il paio con ‘il Gordo’, soprannome con cui si riferivano a Ronaldo), cioè il grassottello, è stato sottoposto ad un allenamento personalizzato associato ad una dieta per tentare di farlo tornare in forma. Immediatamente i media lo hanno preso di mira, è nata una parodia fatta da un comico televisivo ed è finito al centro dell’attenzione della critica. La sua avventura in Spagna è durata 18 mesi, l’esordio con la maglia del Real c’è stato il 18 gennaio del 2006, 14 giorni dopo il suo arrivo in Coppa del Re ed ha segnato il gol valso la vittoria sul Betis. Quell’episodio non è bastato a Lopez Caro, allenatore del Real, per dare un posto da titolare a Cassano, che ha chiuso la stagione con 16 presenze, solo 4 dal primo minuto. Nell’estate successiva, sulla panchina del Real è approdato Fabio Capello, che conosceva bene il talento di Bari Vecchia e che aveva già dimostrato di saperlo gestire. Tanto che Cassano, proprio in quel periodo, ha ritrovato la sua forma migliore, sia a livello di peso, sia a livello di prestazioni. Il rapporto però non è durato quanto tutti si aspettassero, il calciatore si è reso protagonista di alcuni episodi che hanno fatto infuriare il tecnico friulano (tra cui un’imitazione di Capello fatta proprio da Cassano, che non è andata giù all’allenatore), tanto da spingere la società ad appoggiare la scelta tecnica di mettere il giocatore fuori rosa dall’ottobre del 2006 fino al febbraio del 2007. Fino a che, nell’agosto dello stesso anno, è passato alla Sampdoria con un prestito gratuito. Cassano ha lasciato il Real dopo 29 partite giocate e 4 reti. Dopo una stagione in cui l’attaccante sembrava aver trovato la strada giusta, il club di Genova ha deciso di riscattarlo trovando un accordo con gli spagnoli sulla base di circa 5 milioni di euro. Con la Samp ha giocato la finale di coppa Italia, persa ai rigori, nel 2009, contro la Lazio e uno degli errori dal dischetto è stato proprio il suo. Nella stagione successiva è arrivato quarto in campionato con i blucerchiati. Il 2009/10 è stata anche la stagione segnata dall’incrocio del destino di Cassano con la sua ex squadra, la Roma lanciata verso lo scudetto. Proprio contro i blucerchiati, i giallorossi guidati da Ranieri, hanno perso la testa della classifica lasciando il titolo nelle mani dell’Inter. Era il 25 aprile ed è rimasta nella memoria l’immagine dei calciatori della Roma letteralmente disperati, dopo la sconfitta casalinga con la Samp, e Cassano che cercava di consolare il suo amico Totti. Nell’ottobre dello stesso anno, poi, il barese è finito di nuovo fuori rosa per un comportamento decisamente poco consono, assunto nei confronti del presidente del club, Riccardo Garrone preso letteralmente a parolacce dal giocatore. Da quel momento è cominciata la rottura del rapporto tra i due, che fino a quel giorno era stato invece senza intoppi. Il numero uno della Samp si è detto fortemente ferito dal comportamento del giocatore, tanto da chiedere la possibilità di rescindere il contratto. Alla fine il collegio arbitrale non ha permesso che la cosa avvenisse, ma Cassano è stato sospeso dagli allenamenti, oltre ad avere la sospensione dello stipendio per quattro mensilità e una decurtazione del 50 percento del compenso per il periodo che rimaneva fino alla scadenza del contratto con la Samp. Il cartellino di Cassano è stato proprietà dei blucerchiati fino al 2013, ma nel 2010 è partito con il Milan per il ritiro invernale tenuto a Dubai e dal gennaio successivo è passato in rossonero. Per un accordo con il Real, sarebbero dovute entrare nelle casse del club spagnolo 5 milioni di euro che Milan Samp e lo stesso Cassano hanno deciso di versare in parti uguali per permettere al giocatore di passare in maglia rossonera. Con il Milan però non ha potuto giocare in Champions, avendo già giocato in Europa con la Samp. Nel 2011 ha vinto lo scudetto pareggiando 0-0 proprio contro la Roma. Era con il Milan quando ha accusato un serio malore dovuto ad un problema congenito che aveva al cuore e per cui, successivamente, è stato operato. Era il 29 ottobre del 2011 e la squadra era rientrata dalla trasferta che l’aveva vista opposta alla Roma. A seguito di quel problema, Cassano, è tornato a giocare il 7 aprile del 2012. Il primo gol, post-operatorio, è arrivato invece contro il Siena, il 29 aprile, in campionato, 206 giorni dopo l’ultima rete segnata dal talento barese. Ha lasciato il Milan nell’agosto successivo, dopo 40 partite e 8 reti, per passare all’Inter rientrando nell’affare Pazzini. In nerazzurro è rimasto una stagione, ha giocato 39 partite e segnando 4 reti. Nel 2013 è passato al Parma ma l’avventura non è andata bene. I rapporti tra il giocatore e il club sono finiti male, per questioni economiche. La società era decisamente in difficoltà, tanto che era stata chiesta la messa in mora da parte di alcuni giocatori – tra cui si era detto ci fosse anche Cassano, ma poi lo stesso club ha smentito – per il mancato pagamento di diversi stipendi. Alla fine, dopo una contestazione durissima da parte dei tifosi al termine di una partita contro il Cesena, il calciatore ha chiesto e ottenuto, la rescissione anticipata del contratto. Nel 2015, svincolato, è tornato alla Samp con un contratto di circa 700 mila euro l’anno per due stagioni. Meno di un anno dopo invece, il presidente comunica a Cassano di volerlo inserire nei quadri societari, non rientrando più nei piani tecnici. IL calciatore ha rifiutato l’offerta e così è arrivata una nuova rottura con il club che lo ha messo di nuovo fuori rosa e in vendita. Ancora una volta è arrivato il no di Cassano a qualsiasi destinazione proposta, decidendo di passare ad allenarsi con la primavera dove è rimasto fino al gennaio del 2017. A fine mese le parti hanno deciso di rescindere il contratto. Nell’estate successiva è passato al Verona ma dopo poco più di 15 giorni ha deciso di andare via immediatamente. Nell’ottobre del 2018 ha scelto di allenarsi con la Virtus Entella ma senza farsi mettere sotto contratto. Poco deciso della nuova avventura, praticamente da subito, ha lasciato il calcio giocato dopo cinque giorni, scrivendo una lettera di congedo. Erano ormai quasi due anni e mezzo che non giocava una partita ufficiale.
Palmares
Antonio Cassano può vantare di aver vinto due campionati, quello spagnolo con il Real nel 2006/07 e la Serie A nel 2010/11 con il Milan. Sempre con i rossoneri ha vinto la Supercoppa italiana nel 2011/2012 e con la Roma nel 2001/02.
Nazionale
Cassano, ha cominciato ad indossare la maglia azzurra dal 1998. In quell’anno ha fatto il suo esordio con l’U15 con cui ha collezionato 9 presenze e segnato due reti. Convocato anche nell’U16 ha giocato due partite, così come nell’U18. Il 16 febbraio ha esordito con l’U20, con cui alla fine ha disputato 8 gare. Era invece il 16 agosto, dello stesso anno, quando ha esordito con l’U21 con cui ha giocato contro il Messico e l’Ungheria in una gara valida per le qualificazioni al campionato europeo di categoria, del 2002. Proprio in quell’occasione si è messo in luce segnando una doppietta (risultato finale 3-0). Responsabile della selezione giovanile era Marco Tardelli, sostituito poi da Claudio Gentile. Da quel momento Cassano ha faticato a trovare spazio perché i rapporti con il nuovo ct erano tutt’altro che idilliaci. Alla fine, ha giocato 9 partite con la giovanile e segnato tre gol. Il 12 novembre del 2003 è arrivato il momento dell’esordio con la nazionale maggiore, in un’amichevole contro la Polonia. A dargli fiducia è stato Giovanni Trapattoni, ricambiato immediatamente visto che Cassano ha segnato proprio nella sua prima con la maglia azzurra. Il calciatore barese ha preso parte alla spedizione di Euro 2004, in Portogallo e lui è risultato il miglior azzurro del gruppo con due reti nelle prime tre gare della competizione. Gli azzurri sono stati però eliminati proprio nella fase a gironi (dopo il famoso pareggio per 2-2 tra Svezia e Danimarca che ha permesso ad entrambe di passare il turno e bloccato l’Italia). Quando sulla panchina azzurra arriva Marcello Lippi, ha solo due opportunità di giocare, ma non viene incluso nella lista dei disponibili per i mondiali del 2006, vinti dall’Italia. Inizialmente anche Roberto Donadoni lo ha coinvolto poco, era la stagione in cui Cassano era al Real e la sua forma non era certo tra le migliori. Tornato in Italia, alla Samp, è tornato a far parte anche della nazionale ed è partito per Euro 2008 disputato in Austria e Svizzera dove ha giocato tutte le partite. Tornato Lippi sulla panchina, Cassano è stato di nuovo escluso dalle convocazioni per poi tornare con Prandelli nel 2010, mentre un anno dopo, nell’agosto del 2011, ha addirittura indossato la fascia da capitano. Nelle gare di qualificazioni ad Euro 2012 è stato il capocannoniere del girone. E’ stato convocato per la competizione e in quell’occasione ha indossato la maglia numero 10 ed ha disputato un ottimo torneo partendo in tutte le partite da titolare, senza però aver giocato mai 90 minuti. Nel 2014 è andato in Brasile per il mondiale, tornando in azzurro dopo un’assenza di quasi due anni. Ha giocato la sua ultima partita proprio nella competizione, il 24 giugno del 2014 contro l’Uruguay. L’Italia non ha superato il primo turno e lui ha chiuso così la carriera con l’Italia dopo 39 partite e 10 gol segnati.
Il post carriera
Antonio Cassano, sempre schivo e poco propenso ad apparire in tv o a rilasciare interviste durante la carriera professionistica, quando ha smesso di giocare ha scoperto invece di avere buone doti comunicative. Ha partecipato come ospite fisso al programma televisivo, dedicato interamente al calcio, ‘Tiki Taka’. Durante il periodo dei lockdown, con Bobo Vieri, ha messo su un canale podcast a cui partecipavano anche Adani e Ventola, la ‘Bobo Tv’ e durante il quale esprimeva opinioni – che spesso hanno sollevato polemiche – sui campionati in corso. La sua avventura – insieme con quella di Adani e Ventola – è terminata a causa della diversità di vedute con Vieri. Nel 2019 ha studiato e si è diplomato come direttore sportivo. Come molti ex calciatori è diventato un giocatore di Padel.