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Cassano: ”Non ho avuto un padre. La famiglia di Totti mi ha fatto sentire un figlio”

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''Un giorno abbiamo litigato perché non trovavo un assegno e io li ho accusati di avermelo rubato invece era in macchina. Ho reagito così perché in quel momento avevo paura pure della mia stessa ombra'', ha aggiunto l'ex giocatore della Roma
Redazione

Antonio Cassano si è raccontato a ''Passa dal BSMT'', il podcast di Gianluca Gazzoli. L'ex fantasista barese ha raccontato gli aneddoti della sua carriera in giallorosso e della sua infanzia.

Sul rapporto con il padre: ''Da piccolo non mi ca*ava. A un certo punto dico a mia madre: "Scegli, o di qua o di là". Avevo 12 o 13 anni. Mia madre ha scelto me. Questo non l'ho mai detto a nessuno. Non ho mai avuto un genitore. Lui si è rifatto vivo il giorno dopo del gol all'Inter, il 19 dicembre. Gli ho detto: "C'è poco da farti vivo, tu prendi la tua strada e io la mia". Da quel giorno là io non l'ho mai più visto. Non mi è mai importato niente. Perché è semplice andare da un figlio quando si ha bisogno.''

Sugli anni in giallorosso: ''L’esperienza alla Roma è stata meravigliosa. Mi ricordo, quando sono arrivato che Totti e la sua famiglia mi hanno preso in casa sua per i primi quattro mesi e mi hanno fatto sentire come un figlio. Un giorno ho litigato con lui perché non trovavo un assegno e io li ho accusati di avermelo rubato invece era sotto il sellino della macchina. Ho reagito così perché in quel momento avevo paura pure della mia stessa ombra, erano tanti soldi. All’epoca Francesco guadagnava tre-quattro volte più di me, quando poi l’ho trovato non sapevo che dire. Poi abbiamo litigato quando siamo andati a C’è posta per te, all’epoca io ero una promessa e avevo 19 anni, lui a 25 era già uno dei più forti al mondo. Io sono andato lì e nella mia follia ho pensato: perché lui deve prendere di più di me? Abbiamo rifatto pace dopo un annetto tramite Vito Scala che è stato il suo uomo di fiducia. Poi ho rilitigato, perché dovevamo rinnovare il contratto io lui e Montella: avevo un accordo verbale con Franco Sensi. Mi ricordo che la figlia ha preso in mano la situazione e quell’accordo è svanito perché con lei ho litigato. Il problema è che sia Totti che Montella sembrava avessero rinnovato ma non ancora ufficializzato, lo vengo a scoprire vado nello spogliatoio e insulto tutti e due: Montella dice di aver trovato l’accordo ma di non aver ancora firmato mentre Francesco, che è molto introverso e più timido, ci ha girato un po’ intorno ed abbiamo litigato. Siamo stati senza parlare 6-7 anni perché vedevo il mondo a modo mio. Totti è stato il giocatore con cui mi sono trovato meglio, non so se ha influito l’intesa fuori dal campo. Penso che c’era un’intesa qualitativa, perché anche il periodo che noi non ci parlavamo abbiamo fatto delle robe stratosferiche in campo.''