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La Gazzetta dello Sport

Una difesa da 30 e lode: fare gol a Mourinho ormai è un’impresa

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In tutti questi casi la squadra giallorossa ha vinto 27 volte, lasciando per strada appena 6 punti sui 90 disponibili

Redazione

Avete presente il vecchio adagio che raccontava: “Primo non prenderle”? Ebbene, la Roma targata José Mourinho ne ha fatto davvero tesoro, tanto da meritarsi un vero e proprio 30 e lode. Tante, scrive La Gazzetta dello Sport, sono state le partite che la squadra giallorossa ha concluso senza gol al passivo e in tutti questi casi ha vinto 27 volte, lasciando per strada appena sei punti sui novanta disponibili. Merito innanzitutto di una difesa di ferro, che nella scorsa stagione ha trovato la santificazione nella finale di Conference League contro il Feyenoord, battuto per 1-0. D'altronde, per il 2021-22 il dato racconta che nelle 55 gare ufficiali giocate dalla Roma, quelle senza avere subito nemmeno una rete sono state 22, con diciannove successi finali. Ovvero, la percentuale è del 40%. Sulla carta, il trend sta continuando anche in questa annata, visto che sono già otto su 25 match fin qui disputati. Morale, siamo già al 32% delle partite disputate, portando il totale dei due anni al 37.5%.

Alla luce di questi numeri, il passaggio dalla difesa a quattro a quella a tre, maturato nell’autunno del 2021 è stato proficuo, anche se forse ha tolto brillantezza la gioco offensivo, soprattutto nelle partite casalinghe. In ogni caso, la sensazione di solidità che dà la squadra giallorossa è certificata anche dal fatto che il rendimento appare analogo anche quando cambiano gli interpreti.

Nonostante Mourinho abbia solo quattro centrali di ruolo, anche in assenza di uno degli interpreti titolari il rendimento della retroguardia resta alto. In particolare, c’è da segnalare come Kumbulla, che nelle ultime due partite ha sostituito prima Smalling e poi Ibanez, si è disimpegnato con buona personalità, tanto da meritarsi alla fine i complimenti dell’allenatore portoghese, certificando come sia il difensore tra i suoi “che gioca meglio la palla”.