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Roma, mai dire gol

Roma, mai dire gol - immagine 1
Altra prestazione di alto livello per i giallorossi contro il Milan, ma la crisi degli attaccanti si fa sempre più grave: solo 10 reti in 10 partite
Redazione

Nella notte dei rimpianti non c'è molto tempo per guardarsi indietro. La stagione - scrive Lorenzo Pes su Il Tempo - corre veloce e chi meglio di Gasperini sa quanto sia fondamentale resettare, soprattutto dopo una sconfitta, e ripartire con grande determinazione già tra due giorni in Scozia per la gara di coppa. Eppure mai come dopo San Siro la Roma merita di essere analizzata e lodata per la personalità e l'intensità nell'interpretazione della prima mezz'ora abbondante. Pressing, recuperi alti e grande corsa che hanno messo spalle al muro il Milan nella miglior espressione della Roma di Gasperini fino a qui, a testimonianza di un lavoro enorme del tecnico che continua a dare i suoi frutti. Ma poi? Poi c'è quel rapporto difficile con il gol, o forse ancora meglio con la porta avversaria. Dieci gol nelle prime dieci giornate sono un bottino troppo magro. Se all'inizio c'era difficoltà a produrre occasioni, dopo la seconda sosta del campionato la squadra di Gasp ha cambiato marcia e gli sprechi iniziano a non contarsi più. Ora toccherà a Dovbyk, almeno fino alla sosta, guidare l'attacco della Roma con Ferguson ai box per una distorsione alla caviglia destra e Dybala che oggi svolgerà gli esami per capire la gravità del problema al flessore della coscia sinistra. Si teme una lesione. L'ucraino con Soulé e un Bailey ancora spento proverà a risollevare le sorti di un reparto offensivo che per ora sta tarpando le ali a una Roma che vorrebbe e potrebbe già volare. Nel frattempo, in attesa dell'ultima sosta autunnale, tra i primi convocati con le nazionali c è Wesley chiamato dal Brasile. Mentre in dirigenza saluta Balzaretti che raggiunge Benatia a Marsiglia.