La classica pioggerella che da queste parti viene chiamata drizzle, accoglie la Roma a Glasgow e sembra propedeutica al primo ombrello stagionale che Gasperini deve esibire per venir fuori dal doppio passo falso con Napoli e Cagliari che ha riportato un po' tutti con i piedi per terra. E siccome - scrive Stefano Carina su Il Messaggero - in città le mezze misure non vanno di moda, passare dal sogno scudetto al terrore di restare per l'ennesimo anno fuori dalla Champions, e stato un attimo. Così la coppa arriva nel momento giusto. L'avversario di questa sera, il Celtic, è sì nobile ma sta vivendo una stagione tribolata. Centrare il traguardo non è fondamentale, ha ripetuto più volte l'allenatore, ma vista l'occasione risparmiarsi le due partite dei playoff a febbraio non sarebbe male per una squadra che ha palesato in queste ultime uscite un po' di affanno. Per la prima volta ammette Gasperini pubblicamente che "nel ruolo di centravanti hanno giocato più o meno tutti e chi ha fatto meglio è stato Baldanzi. Non siamo mai stati molto prolifici, probabilmente è una difficoltà strutturale". Il segnale è chiaro ed è per la società: "Noi non siamo capaci di produrre, non è una questione di singolo, ma di reparto". Difficile essere più chiari: la Roma ha un attacco che ha pochi gol nelle gambe. Il discorso scivola così su Ferguson: "Non ci sono antipatie o simpatie. Ci sono le prestazioni". Chi invece avrà finalmente la sua chance è Pisilli: "Ci sono caratteristiche giuste per lui nella partita che ci attende. E un ragazzo che merita, ha fatto ottime prestazioni. Vorrei dargli spazio".
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