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Il Messaggero

Dybala, prove da leader. Il Paolino di Mourinho ora è la luce di Ranieri

Dybala, prove da leader. Il Paolino di Mourinho ora è la luce di Ranieri - immagine 1
Dall'arrivo di Ranieri la Joya ha acquisito quella cattiveria sportiva che gli è sempre mancata in carriera
Redazione

 Il passa...Porto per gli ottavi è arrivato. E ora c'è posta per il Bilbao. A recapitare la lettera d'invito per il match dell'Olimpico, il 6 marzo, ci ha pensato l'urna di Nyon. Derby evitato, quindi, anche se con un Dybala del genere «sono gli altri a doversi preoccupare (cit.)». La gioia invece donata al pubblico romanista non ha eguali, scrive Stefano Carina su Il Messaggero. Due perle, una più bella dell'altra, a conferma che nei momenti che contano lui c'è sempre. Basta ricordare il playoff con il Feyenoord, dove ha segnato probabilmente il gol più bello della sua esperienza romana; quello precedente con il Salisburgo dove ha siglato la rete qualificazione, senza dimenticare la notte nefasta di Budapest non trasformatasi in trionfo per colpe certo non sue. Dybala logora chi non ce l'ha. Il Paulino di Mou s'è trasformato nella «luce» di Claudio che ha riportato alla memoria, per chi ha superato (ahimé) la cinquantina, il soprannome che l'indimenticabile Lando Fiorini dava a Totti: l'elettricista. «Come perché? Semplice, accende la luce», il tutto accompagnato dall'inconfondibile risata del cantautore. Sì, anche se Francesco è stato e ha rappresentato per i tifosi giallorossi un'altra cosa, Dybala oggi è il faro della Roma. Mai così leader, mai così decisivo, mai così cattivo. Sì, avete letto bene: cattivo. Il calcetto che l'altra sera rifila a Otavio dopo che il brasiliano aveva provato più volte a intimidirlo con entrate killer non è passato inosservato. Quegli occhi bambini che si trasformano per un istante in luciferini, il gesto che gli serve per scaricare il nervosismo che ha accumulato in una mezz'ora dove non quasi mai toccato il pallone è lo switch, l'interruttore, della sua partita. Da quel momento in poi si accende e per il Porto cala il sipario. Un salto di qualità, a livello temperamentale, che gli mancava.

Con Ranieri è stato feeling a prima vista. Oggi la Joya gioca più libero e soprattutto ha trovato, grazie ad un lavoro specifico dello staff tecnico, una continuità invidiabile. Claudio lo aveva eletto a imprescindibile già nella prima conferenza di presentazione. Ma in questi tre mesi ha avuto modo di conoscere un ragazzo che non finisce di sorprenderlo. Con la doppietta al Por-to, Paulo è arrivato a quota 42 gol in giallorosso: almeno il doppio di qualsiasi altro giocatore del club in questo intervallo temporale. In questa stagione a dir poco complicata, con l'avvicendamento di tre allenatori e la telenovela iniziata in estate e terminata qualche settimana fa con il rinnovo automatico, l'argentino è comunque a Trigoria l° per passaggi chiave (36, e 9° in serie À) 2° per falli subiti (52 e 5° in campionato), I° per grandi occasioni create (8, 4" in serie A) e 1° per assist attesi (4,9). Serve altro? Sì, un trofeo. Ma per quello bisogna prima superare il Bilbao.