Mourinho ha avuto ragione un'altra volta: a Siviglia aveva anticipato il Var, esultando in anticipo per il pareggio di Belotti, e ieri ha rasserenato i calciatori in campo sul tocco di mano di Ferrari confermando il rigore. La Roma passa in casa della Sampdoria con il minimo sforzo, con un rigore trasformato da Pellegrini, e si porta al quarto posto, con appena 13 gol all’attivo in 10 partite davanti a Lazio (+1), Inter (+3) e Juventus (+6) e tra l’altro senza Dybala e Wijnaldum.
Il Messaggero
Basta il rigore, la Roma è quarta
È una Roma che da qualche tempo inizia ad essere immagine e somiglianza di Mourinho, poco incline allo spettacolo ma molto alla sostanza. Ma, pur non dimenticando il tour de force dei giallorossi e l'infermeria piena, si può migliorare. Ieri i primi 45 minuti sono stati giocati al piccolo trotto, la ripresa è stata tenuta in sospeso fino al fischio finale ma quando capitano quattro occasioni in contropiede a tu per tu con Audero, bisogna sfruttarne almeno una.
Ieri il portoghese ha confermato il 3-5-2 di Siviglia con Abraham e Belotti, escludendo dall'inizio Zaniolo, Pellegrini mezzala insieme a Camara e Cristante ed El Shaarawy esterno a sinistra. Dopo il vantaggio, la Roma si è limitata a controllare la pochezza tecnica della Sampdoria. La partita si infiamma solo sugli errori di Di Bello, che a volte non fischia falli, dimentica i cartellini e non vede un mani di El Shaarawy al limite dell’aerea. La Roma gestisce, Zaniolo segna il 2-0 ma in fuorigioco.
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