(Il Romanista) - Che partita si aspetta contro l’Atalanta, la prima "virtuale" della classifica?
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«La simbiosi con il pubblico per battere l’Atalanta»
(Il Romanista) – Che partita si aspetta contro l’Atalanta, la prima “virtuale” della classifica?
Speriamo bene, di fare una bella partita. Come hai detto giochiamo contro la migliore squadra in questo momento: avrebbe fatto 10 punti senza la penalizzazione per il Calcioscommesse e sarebbe in testa alla classifica. Una squadra difficile, forte, che può giocare sia col passaggio corto, sia col contropiede, sia col passaggio lungo. La loro condizione fisica, che è ottima, mi preoccupa. E’ una partita davvero difficile. Noi però arriviamo bene, dopo la prima vittoria in trasferta e una settimana di allenamento intensa e per me interessante. Cerchiamo di trovare una simbiosi con i tifosi, sappiamo che con il tifo dell’Olimpico saremo molto forti, però ancora non è successo niente. Cerchiamo di farlo succedere domani.
Che tipo di problemi ha avuto Bojan finora?
Nessuno, sono contentissimo di averlo nella rosa e lo stesso è per tutti gli altri. Però devono capire che io ho la necessità di vedere ogni giorno la fame, la voglia di vincere e di migliorare. Ora siamo in una situazione particolarmente positiva, perché tutti i miei giocatori d’attacco sono in questa condizione e io devo fare la mia scelta. Non c’è nessun problema con Bojan.
Stekelenburg è pronto?
Si è allenato quasi tutta la settimana, è nella lista dei convocati e può giocare. Domani farò la mia scelta.
Allegri dice che i campionati li vince chi incassa meno gol. E’ d’accordo?
L’anno scorso in Italia è andata così. Normalmente la squadra che vince deve difendersi bene e non subire gol, ma deve compensare tutto con la possibilità di fare gol. Se c’è equilibrio tra fase difensiva e offensiva normalmente si vince, senza nessun dubbio è la caratteristica delle squadre vincenti.
Pizarro cosa le dà nel centrocampo per le sue caratteristiche?
Mi dà amore, simpatia, mi dà di tutto! (Sorride, ndr). E’ un bravo calciatore, che tutti conosciamo. E’ tecnicamente molto dotato, non ha paura perché ha esperienza, può giocare sia col passaggio corto, sia con quello lungo. Ha dribbling, punta l’avversario… Sono contento che tu mi abbia chiesto di lui e sono contento che sia qui e voglio ancora di più. Sia da Pizarro che da tutti gli altri calciatori.
A che punto è la Roma sotto l’aspetto del gioco e dell’assimilazione del suo calcio? Ci può dare una percentuale a questo punto della stagione?
Non lo so, non ti so dire. Credo ci sia un’ampia strada per crescere e che ancora manchi tantissimo. Però vedo grandi miglioramenti e la chiara voglia dei calciatori di fare un lavoro diverso. Sono ottimista perché vedo miglioramenti, ma ancora non conosco la percentuale.
Un 50%?
Non lo so. Ci sono giocatori fissi nella sua Roma, oppure si basa esclusivamente su quello che vede in allenamento No, anche il rendimento in partita conta tantissimo. Però ho imparato da calciatore che non si vince mai in 11. Abbiamo bisogno di tutti per essere più forti. Io posso prendere una decisione lunedì e poi cambiarla martedì o mercoledì. Se vedo voglia e fame, per me sono importantissimi tutti i giocatori. Non faccio distinzioni tra titolari e riserve, io ho bisogno di tutto il gruppo. Questo è il mio pensiero e faccio vedere ai calciatori che non è solo una frase fatta. In ogni allenamento e in ogni partita hanno la possibilità di fare vedere che sono pronti.
Pjanic, grandi mezzi, ma sembra ancora leggermente "frenato". Può essere un problema di ruolo? Sta pensando a cambiargli posizione?
Non credo sia un problema tattico. Pensiamo che ha 21 anni, è arrivato 3 settimane fa e non parla italiano, ma un po’ di inglese e francese. Non c’è ancora la condizione particolare perché possa essere al meglio. Sono molto contento che sia qui e migliora sempre di più. Ha tantissima qualità, ma dobbiamo lavorare: i calciatori non sono robot, ma persone che innanzitutto devono vivere con la testa una situazione normale, trovare casa eccetera. Sono soddisfatto del suo rendimento e mi aspetto ancora di più, da lui come da tutti. Credo che si possa creare una buona sinergia tra i giocatori che giocano in attacco.
Juan è migliorato? E’ convocabile?
E’ migliorato e sono contento per lui, perché per il calciatore il massimo è poter tornare a lavorare con la squadra, però credo che ancora gli manchi qualcosa a livello fisico. Sta lavorando al massimo per arrivare al top, ma credo ci voglia ancora un po’.
Contro il Parma ho visto una Roma più propensa alle verticalizzazioni: sta modificando l’atteggiamento della squadra?
Questo è il mio lavoro, non penso che si possa arrivare al risultato in un solo modo, andando dritti. Si possono anche fare delle curve. Il mio compito è cercare di trovare il posto migliore a tutti i giocatori. Non cambio il mio pensiero su come voglio che giochi la squadra o la maniera propositiva di scendere in campo e cercare di fare sempre la partita, sia in casa che in trasferta, nonostante le difficoltà. Però ci sono tante cose che devo fare per essere allenatore nella miglior maniera possibile.
Gago come sta? Heinze e Burdisso hanno convinto molto assieme: possono essere considerati i due titolari al momento?
Fernando Gago ha subito un colpo al polpaccio ed è impossibile che giochi, non si è allenato tutta la settimana. Si è infortunato due partite fa. Quanto ai difensori, tutti possono giocare titolari: Nico Burdisso, Simon Kjaer, Gabi Heinze e Marco Cassetti. Vediamo…
L’Atalanta gioca a ritmi molto alti: conta di addormentare il loro gioco o imporre il suo ritmo?
No, non giocheremo per addormentare. Più veloci e diretti saremo e meglio sarà. Io faccio una piccola richiesta al tifo, che ci è fedele al 100%: manca un po’ di fiducia nei calciatori e nel loro lavoro. Credo che già sentano l’appoggio incredibile del pubblico, ma che ce ne voglia ancora un po’ di più. Non sarà facile giocare contro una squadra che sarà dietro al pallone e che è la migliore del momento in quanto a risultati. Sarà difficile difendersi dal loro contropiede, da Schelotto a destra e da Denis, o dal loro centrocampo. Non sarà facile. Noi cerchiamo di ritrovare un ritmo veloce, ma non è facile.
Vuole una squadra più giovane?
Vogliamo una squadra d’attacco, come sempre, e senza concedere all’avversario. E’ molto semplice quello che vogliamo. Marcare preventivamente, pressare alto, fare una partita che piaccia ai tifosi della Roma. Noi cerchiamo di fare questo, poi se non riusciamo è perché di fronte abbiamo un’altra squadra, non perché non vogliamo.
Lamela, dopo una ricaduta, è tornato a lavorare. Ora come sta? C’è stata fretta nel tentativo di recuperarlo? De Rossi come sta? Chi è il suo eventuale sostituto?
Non c’è stata fretta con Lamela, è una cosa particolare che a volte succede quando un giocatore ha voglia di tornare col gruppo, sono situazioni normali nel calcio. Lui lavora fuori dal gruppo e speriamo di recuperarlo al più presto. Daniele ha subito piccoli infortuni e ha riposato un giorno. Oggi (ieri, ndr) si è allenato sodo ed è a disposizione della squadra. Il suo sostituto? Oggi (ieri, ndr) Viviani e Matteo Ricci si sono allenati con noi perché mi piace tantissimo avere l’opportunità di vederli. Se Daniele non si fosse allenato avrei cercato una soluzione. Viviani è sempre lì e anche Matteo Ricci. Verre è invece con la Nazionale.
Domenica scorsa molte indicazioni: a Parma gli attaccanti hanno fatto il maggior numero di falli e la lunghezza media della squadra è diminuita… I possibili problemi: De Rossi è stato molto pressato e Kjaer ha fatto fatica a impostare il gioco. Juan può essere l’alternativa giusta se il centrale di centrocampo viene marcato? Ha le caratteristiche adatte, forse uniche nella rosa, per impostare?
Più giocatori di qualità ho e meglio è, sia per me che per loro. Sono contento di Kjaer, di Burdisso, di Heinze e di Cassetti. Daniele come Francesco è sempre marcato, è normale: sono grandi calciatori e qui ci conosciamo tutti. Nessuno lascia liberi Francesco o Daniele, ma loro convivono con questo da tanti anni, non è una cosa che non si può risolvere. Noi cerchiamo il modulo per avere tutti nella migliore posizione, per farli lavorare al meglio. Juan è una possibilità, ma ancora non c’è.
Anche a Parma la Roma ha un po’ sofferto nel finale. C’è un problema di preparazione atletica oppure soffrire negli ultimi minuti è una caratteristica del suo calcio, molto dispendioso?
No guarda le statistiche mi interessano ma non le guardo troppo. Non c’è un problema fisico, vedo il rendimento dei miei calciatori ogni giorno e li vedo in partita. La situazione è più mentale: questo è successo in due partite in cui eravamo avanti nel risultato e non avevamo ancora la fiducia che cerco, avevamo ancora la paura di perdere il pallone e soffrire il contropiede veloce, che è una delle migliori qualità delle squadre italiane. Per me è importante che nei primi 60 minuti non abbiamo subito troppo, questa è una situazione che io devo convertire: dobbiamo non soffrire per 90 minuti. Devo convincere i miei calciatori che non cambia niente. Per me è meglio difendere con la palla nel campo avversario, cercando di andare in porta, questo è il mio obiettivo. Ora non succede, ma è normale, serve del tempo. Non chiedo tempo o pazienza per me, i risultati comandano e lo so. Però questo lavoro, che cerco di fare più in fretta che posso, non è facile. Anche i calciatori sono di ottimo livello e cerchiamo di migliorare. Sono contento. Se ora siamo capaci di farlo per 60 minuti, saremo in grado di farlo anche per 90 minuti. Chi rincorre il pallone si stanca più di chi lo tiene.
La Roma ha sofferto molto i trequartisti, i giocatori tra le linee come Cossu, Sneijder, Brienza. Ci sarà attenzione particolare per Maxi Moralez?
E’ normale, sia in Italia che in Spagna, punte e trequartisti sono i giocatori più pericolosi e noi facciamo sempre marcatura preventiva su di loro. I nostri centrali, assieme al regista o al terzino, sanno che devono fare qualcosa anche mentre stiamo attaccando. Il bello del calcio è che puoi dire "marco Moralez", ma poi lui ha qualità e può fare qualcosa. Tutti sappiamo come gioca Messi, ma poi lui passa uguale. Di chi è la colpa? Di nessuno credo, è il bello del calcio.
Adesso l’obiettivo è vincere senza soffrire e segnando più di un gol?
Io firmo per vincere 1-0. L’obiettivo è fare una bella partita, vincere all’Olimpico dove dobbiamo essere incredibilmente forti, per dare allegria ai tifosi. Questo è l’obiettivo. Non ho dubbi che ci arriveremo e dopo che ci arriveremo penseremo a fare più gol. Per adesso penso a vincere contro una squadra fortissima come l’Atalanta.
Qui a Roma si parla del derby con molto anticipo: ha respirato quest’aria nello spogliatoio?
Sarebbe importante arrivarci con una vittoria? E’ sempre meglio arrivare con una vittoria. Mancano ancora tanti giorni al derby e staremo due settimane a parlarne. Ora l’obiettivo è vincere contro l’Atalanta, sarebbe un grande stimolo per noi e per il tifo e questo cercheremo di ottenere.
La preoccupa la convocazione di Stekelenburg, prescindendo se giocherà o meno?
E’ particolare, succede sempre così: i giocatori vengono convocati dalle Nazionali e agli allenatori dei club non fa piacere averli lontani. Se fossi l’allenatore della Nazionale proverei a cercarlo. Per i giocatori è importante andare in Nazionale: Stekelenburg può fare il suo lavoro al meglio quando è qui e non c’è problema quando deve andare in Nazionale.
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