È la fine di un’epoca: si è dimesso tutto il cda della Juventus. Tramonta il regno di Andrea Agnelli, iniziato dodici anni fa, il 19 maggio 2010. Insieme al presidente degli ultimi 19 trofei conquistati dal club, hanno rassegnato le dimissioni anche gli altri consiglieri, dal vicepresidente Nedved all’amministratore delegato Arrivabene, che tuttavia, su richiesta del consiglio, resterà in carica fino al prossimo cda del 18 gennaio 2023. Lo riporta La Repubblica.
La Repubblica
Rivoluzione bianconera, la Juve cambia tutto: via Agnelli e il Cda
La clamorosa decisione, che chiude uno dei periodi più vincenti della storia della Juventus, è arrivata dopo il consiglio d’amministrazione convocato d’urgenza nella serata di ieri alla Continassa, ultimo passaggio della transizione verso una nuova era bianconera che coincide con i cento anni della proprietà Agnelli. Prima, nel pomeriggio, John Elkann e Andrea Agnelli avevano concordato la strategia. Durante il Cda è stato anche approvato il progetto di bilancio accogliendo le istanze della Consob, dopo la pubblicazione dei bilanci pro forma della settimana scorsa.
Proprio i rilievi della Consob, più del pressing della Procura di Torino (arrivata alla fine delle indagini su plusvalenze e stipendi), spiegano il timing di questa decisione. “Tutto quanto sopra considerato – si legge nel comunicato ufficiale diramato a tarda ora quando ormai la notizia aveva fatto il giro del mondo – , al fine di rafforzare il management della Società, il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di conferire l’incarico di Direttore Generale al dott. Maurizio Scanavino“. Sarà dunque l’attuale amministratore delegato del gruppo editoriale Gedi a ricoprire anche l’incarico di direttore generale bianconero.
È quindi finita dopo dodici anni una delle presidenze più vincenti della storia del club torinese, un cambio alla guida che non cambia però le posizioni e l’impegno del club nei confronti della nuova società A22, nata per la riforma delle competizioni calcistiche europee. Insomma, la Juve non muta posizione sulla Superlega. Le questioni extracampo hanno lentamente rosicchiato la serenità, portando alla transizione verso una nuova presidenza: “Quando la squadra non è compatta si presta il fianco agli avversari e questo può essere fatale – continua la mail inviata dal presidente dimissionario ai dipendenti – . In quel momento bisogna avere la lucidità e contenere i danni. La nostra consapevolezza sarà la loro sfida: essere all’altezza della storia della Juventus. Io continuerò a immaginare e a lavorare per un calcio migliore“.
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