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Roma-Parma 2-1 LE PAGELLE: De Rossi Omnia Vincit Amor. Ranieri Senatore a vita

Francesco Balzani

“Sempre caro mi fu quest'ermo colle, e questa siepe, che da tanta parte dell'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati spazi di là da quella, e sovrumani silenzi, e profondissima quiete io nel pensier mi fingo, ove per poco il cor non si spaura. E come il vento odo stormir tra queste piante, io quello infinito silenzio a questa voce vo comparando: e mi sovvien l’eterno, e le morte stagioni, e la presente e viva, e il suon di lei. Così tra questa immensità s'annega il pensier mio: e il naufragar m'è dolce in questo mare”. L’infinito, del romanismo, la malinconia guerriera di un uomo monolite di questa città, l’amarezza tipica di un romano per bene che ha vissuto, lottato, pianto e amato. E come gli innamorati più belli è rimasto tradito. Non dalla sua gente però, no da loro no. L’infinito si è manifestato sotto una pioggia di lacrime dal cielo. Col solito petto in fuori, con la barba zuppa e gli occhi gonfi. E nessun americano lo potrà misurare, o imprigionare in grigie e tristi logiche di mercato. (36’st Under 6,5: l’onore di aver stretto la mano a Daniele nella sua ultima passerella e il merito per l’assist a Perotti)

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