Roma-Como 1-0 LE PAGELLE: Ndicka d’Avorio. Wesley in stile Miami Vice

Vuole conservare il primato di portiere meno battuto d’Europa. Impresa non facile visto il potenziale d’attacco dei lagunari. Nel primo tempo compie un solo intervento, ma vale quasi un gol quando esce prontamente su Douvikas in area piccola. Nella ripresa deve subito volare ad evitare guai dopo la deviazione di Ndicka. C’è sempre, anche a Natale. Anche quando abbraccia Diao dopo una discussione lo fa con grinta. Quella che usa per sospingere Wesley su una fascia in cui è proprio Mancio a dover mettere il lucchetto. L’unico pericolo del primo tempo arriva sul gong, ma è sventato da Svilar. Nella ripresa serra ancora di più la mascella mostrando tutto il lato bad boy. Rischia il doppio giallo nel finale. L’Africa, almeno per lui, può attendere. Si aspetta la punta pesante, invece gli tocca Baturina che prova a sgusciare via in tutti i modi dalla morsa di Evan. Alla mezz’ora rimedia un pestone in area, ma per Feliciani è un normale scontro di gioco. Quando entra Douvikas ha qualche apprensione in più, ma sa come gestirle e nel finale è leggendario un salvataggio su Kuhn. Buon viaggio e torna presto. Lo spagnolo contro gli spagnoli, che nel Como sono tanti. Ma lui ha soprattutto il compito di stemperare la fiamma Nico Paz. Al 16’ serve quasi alla perfezione Mancini, ma c’è Smolcic a impedirgli un +1 al Fantacalcio. Mario non si abbatte e ci prova ancora schiacciando indietro il Como. L’approccio è sempre giusto, ma ora c’è anche altro. Due turni di riposo sono serviti. Il brasiliano torna a sprintare sulla destra dove deve anche badare a interrompere le complesse trame del Como. In stile Miami Vice prende la Spider per correre verso la porta di Butez anche se l’ultima sterzata è quasi sempre fuori strada. Vedi il tiro che finisce alto a porta praticamente spalancata. Negli spogliatoi passa al pit stop e aggiusta anche questo difetto. Nella ripresa trova un gran gol e la cattiveria necessaria. Resta sull’Aventino come Remo quando adocchiava gli auspici in attesa della battaglia. Appena vede campo libero ci si butta favorendo anche due belle azioni di rimessa, ma la lode se la prende nel recupero di palloni. Ne sbaglia solo uno a inizio ripresa che per poco non fa ripartire il Como in contropiede. Pronto a cogliere sbavature e mettere pressione sui tanti portatori di palla del Como. Lo fa con frequenza quando le onde di Caqueret diventano distorte creando un bollore inatteso per Fabregas che rischia grosso proprio su due break del francese. Sembra un Dyson, di quelli di ultima generazione. Schierato a sinistra dove deve rincorrere Addai ma anche sfruttare gli spazi concessi da Fabregas. Il recupero che strappa applausi però arriva a destra dove spegne la voglia di gol di Diao evitando pure l’angolo. Nella ripresa bada meno a difendere e più a far male. Dal suo cross nasce la rete del vantaggio. Promosso, decisamente. Gli occhi di Gattuso, ma soprattutto quelli della sua gente. Si fa notare dopo dieci minuti per un’apertura brillante che manda Wesley al cross e per una rovesciata in area sull’azione del possibile rigore su Ndicka. Il resto del piatto è un mix di sapori che non sempre convincono. Gasp li rimescola negli spogliatoio. E stavolta il gusto c’è eccome. Partita seria, anche a livello di gestione fisico. (72’ El Shaarawy 6: cerca di sfruttare gli strappi che il Como concede) Tango a distanza con Nico Paz. Lo stravince Mati che si prende subito la sala da ballo proponendo due sprint e un bell’assist per Wesley nei primi venti minuti. Ma il lavoro dell’argentino è prezioso anche in fase di costruzione, un po’ meno quando si tratta di concludere in porta. Conserva comunque un’altissima percentuale di passaggi riusciti, e da uno di questi arriva il fendete di Wesley. (82’ Bailey sv: segnali di crescita) L’erba dell’Olimpico non è quella di Irlanda e nemmeno quella di Scozia. Ma lui vuole farla sua. Parte con sportellate e la voglia di spaccare il mondo. Il primo pericolo lo crea di testa al 10’ ma la palla è schiacciata e Kempf riesce a liberare. Si riaffaccia al 40’ ma stavolta è Baturina a impedirgli la prima gioia romana prima di un tiro centrale sporcato da dietro. Nella ripresa ha più spazi e ci prova ancora mostrando di aver superato il momento cupo. Pressing, cattiveria e niente paura. La Roma nel primo tempo approccia al meglio la partita prendendo in mano il copione contro un Como che si affaccia dalle parti di Svilar solo nel finale. A mancare sono sempre i gol, problema atavico di un 2025 atipico. Tanto rumore per nulla quindi anche se la forma fisica dei giallorossi è evidentemente superiore. Ma il rumore Gasp lo sente eccome nella ripresa grazie a un gol di Wesley e a una prova di carattere che può riaccendere i sogni.