Milan-Roma 1-0 LE PAGELLE: Dybala, incubo alla Scala. Konè manca appetito

Prese alte e velocità di impostazione in una prima mezz’ora con pochi pericoli, anzi con nessun pericolo. Poi sbuca all’improvviso Pavlovic col primo tiro in porta che brucia parecchio e su cui si può poco. Nella ripresa deve mettere il mantello. Si frappone alla grande due volte ai tentativi a tu per tu di Leao per evitare un 2-0 immeritato Ancora a destra dove può far svolazzare la criniera e dove spezza le catene del blocco costringendo il Milan lontano dall’area di Svilar per gran parte del primo tempo. Proprio sul finale però svuota la postazione permettendo ai rossoneri di fare male. Nella ripresa sale il nervosismo, un po’ troppo. -Mette un cerotto sulla bocca di Nkunku e sui tentativi di infilata del Milan per quasi tutto il primo tempo, ma non su quelli di Leao che sembra tornato a livelli da top player. Dopo 10 minuti ha sulla testa la palla del vantaggio ma è poco preciso. E in queste occasioni sono errori che pesano. Ghigno che ti ammalia e attenzione nei momenti caldi. Non ci sono errori evidenti da parte dello spagnolo che rispetta le regole del calcio di Gasp anche se soffre l’inizio ripresa arrembante dei rossoneri andando spesso in confusione. Poi salva sulla linea dopo un suo errore in uscita. Quello vale mezzo punto in più. (84’ Tsimikas sv) Spalle coperte da Mancini e nessuna paura di scendere in pista per mettere in imbarazzo la difesa rossonera. Lo fa a prescindere dal tipo di musica e con una continuità impressionante per tutto il primo tempo. Poi a suonare ci pensa il Milan. (77’ Dovbyk 6: sponde da pivot e qualche rimpianto) Come un farmacista, cerca di dosare qualche strappo con un lavoro di equilibro quando i compagni si alzano. E lo fanno spesso. Qualche appannamento però in fase di copertura la Roma la paga a caro prezzo. Sale leggermente di rendimento nel finale di gara. Ha più coraggio, ha pensieri svuotati da preoccupazioni. Fa da filtro tra i due reparti, recupera palloni e prova ad inserirsi in area anche se manca l’ultimo squillo. Quando si trova vicino a Maignan svuota gli scarpini. L’approccio nel secondo tempo è inspiegabile. (51’ Pellegrini 6: mandato di corsa in campo per riportare equilibrio. Calcia la punizione che vale il rigore, peccato che non basti) Deve cancellare il rimpianto Saelemaekers. E su quella fascia tutto manca tranne che il coraggio di osare. Il brasiliano ne fa vedere molto di più nel primo tempo rispetto al belga che si accende a tratti. E quando lo fa crea panico. Wesley mantiene comunque intatta la faccia spavalda A uomo su Modric, ma pure su Ricci. Senza rinunciare all’offesa. Ci prova subito con un piattone che finisce a lato, poi svaria su tutto il fronte offensivo correndo più di tutti. Un mezzofondista di lusso che le punte non sfruttano. Nella ripresa torna a guardia perché la Roma approccia in modo pessimo. L’amico geniale di Paulo. Un tocco di Tango dopo cinque minuti proprio per Dybala fa tirare il fiato a San Siro, si ripete per Ndicka che spreca di testa. E’ una mina vagante che spaventa Allegri e costringe un campione come Modric a ripiegare in più di un’occasione. Una botta di luce che si spegne però col passare dei minuti. (51’ Bailey 5: niente di davvero rivelante da segnalare se non qualche tentativo di uno contro uno che va a vuoto. Forse era meglio mettere altro peso) Serata maledetta. Il valore immobiliare del suo spazio di gioco è sempre di lusso. Lo sanno gli avversari che lo braccano e lo limitano anche con le cattive. Quando si avvicina al rogito però è poco preciso. E da lui questo non te lo aspetti soprattutto quando sei alla Scala del calcio. Ripresa a fiato corto e quel rigore sbagliato che sembra uscito da un film di Clive Barker. (84’ Baldanzi sv) Mezz’ora iniziale di puro calcio gasperiniano con movimenti senza palla, pressing su ogni zona e tante occasioni. Ben 11. Specate però da un reparto che ha bisogno di uomini gol. Lo strapotere fisico e tattico è evidente, ma la dura legge del gol non ha mai subito modifiche. Nella ripresa accada l’inspiegabile, l’approccio non è da grande squadra e il Milan sale in cattedra. Gasp corre ai ripari anche se l’ingresso di Bailey lo comprendiamo poco. Serata maledetta.