Gianluca Petrachi è tornato a parlare. E lo ha fattosenza filtri al podcast ‘DoppioPasso'. L'ex ds giallorosso si è concentrato su Bruno Peres e non solo. "È il classico brasiliano che poi potenzialmente non è mai cresciuto cerebralmente, perché comunque ha questo andamento suo. Si sacrifica per quindici giorni e gli altri dieci giorni esce fuori, fa un percorso che dice ‘ho cambiato vita, ho cambiato pelle', ma dura un mese, un mese e mezzo, e poi ricade. Allora lì c'è una fragilità proprio caratteriale, che tu hai voglia a parlargli, a stargli dietro… e tu pensa che io l'ho riqualificato anche quando sono tornato alla Roma, che lui era a casa, quindi pensa quanto lo controllavo, gli mandavo sotto delle persone a spiarlo".

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Petrachi: “Con Totti al mio fianco sarebbe andata diversamente”. Poi l’attacco a Peres
Petrachi ha parlato anche del suo rapporto con Totti.“Se lo avessi avuto accanto forse la storia sarebbe andata diversamente. Gli chiesi di rimanere al mio fianco e di essere il mio braccio destro”. Infine torna su Gasperini: “Fonseca lo avevo seguito, era un allenatore che mi intrigava. Vedevo che le sue squadre erano codificate. Però nella lista era l’ultimo. Parlai sia con Conte che con Gasperini. Con Antonio c’è stato sempre un legame forte, sarebbe venuto. Poi si confrontò con la proprietà, lo feci parlare con il presidente Pallotta ma alla fine c’era qualcosa che non quadrava. Per me Conte o Gasperini erano due scelte prioritarie, uno era un amico, l’altro un allenatore conoscente ma che stimavo molto e volevo già portare al Torino. Conte ad un certo punto mi disse che la situazione non lo convinceva del tutto, non vedeva quella voglia di vincere, avevamo già visto qualcosa della squadra. Così come con Gasperini, che fu onesto perché aveva ancora un altro anno con la famiglia Percassi e alcune cose nel club non gli piacevano. La terza scelta era De Zerbi, che però aveva già dato la parola d’onore a Squinzi e non lo volle tradire. Poi naturalmente parlammo di Fonseca. Lo incontrai prima, ci furono dei contatti, poi si formalizzò la cosa. Come allenatore mi piace tutt’ora, 70 punti con la Roma non li ha fatti più nessuno dopo di lui. Se avesse avuto più carattere avrebbe fatto meglio” .
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