“Da grandi poteri derivano grandi responsabilità”. Mentre Peter Parker ne ha fatto un credo diventando un eroe, Schick sembra ancora la versione nerd di Spiderman, alle prese con i problemi adolescenziali. Il suo sconfinato talento ha accecato un po’ tutti, probabilmente anche la Roma, che lo ha preso per fargli fare l’esterno destro e si è accorta solo dopo che quello non può essere il suo ruolo. Il tocco e la gamba ci sono, ma su quella fascia Patrik è come un pesce fuor d’acqua. “Se la Roma ha bisogno di un’ala lui non deve andare alla Roma. Non è un’ala, è un punta o sottopunta, non lo vedo in quel ruolo” aveva avvertito Giampaolo la scorsa estate. Parole passate in cavalleria, ma con le quali ha dovuto fare presto i conti Di Francesco. Da esterno, Schick si è trasformato nell’alter ego di Dzeko. A gennaio, con il bosniaco in procinto di firmare con il Chelsea, stava per diventare il centravanti titolare, ma anche da prima punta aveva dimostrato di non trovarsi a suo agio. Chi lo conosce bene giura che Schick è una seconda punta. Un ruolo che con Di Francesco si vede poco, o per niente. Un bel problema.
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