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Parcheggi, multe e pioggia: cronache di un Olimpico impossibile – FOTO

Francesco Balzani

Nell’era degli smart phone niente sfugge. E così da ieri in rete circolano i video che testimoniano le condizioni in cui i tifosi devono assistere alle partite durante la pioggia che passa da tutte le parti sugli spalti e fuori. Lo scroscio dell’acqua accompagna i 74 lunghi minuti che Giacomelli si prende per decidere se giocare o no. Sembra uno scivolo dell’Acqua Piper, è il corridoio di uno stadio che ospita gare nel 2016.

 

Non c’è in questo caso una barriera in alto che possa impedire l’attacco di Giove Pluvio. Paradossi di uno stadio che urla il suo senso di civiltà non garantendo l’incolumità delle persone. Ma il vero caos i tifosi lo trovano al di fuori. La zona dell’Obelisco e quella che divide la Tevere dalla Sudè una piscina a cielo aperto. Tanti tifosi vengono immortalati nel gesto di tuffarsi, altri sono costretti a cambiare strada per non finire più inzuppati di quanto non sono. E non aiuta ad uscire dal pantano la nuova zona prefiltraggio messa in piedi ai piedi dall’Obelisco che nel recente passato ha già creato problemi per l’afflusso in entrata nelle gare di cartello.

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