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IL PAGELLONE DEL 2019: Zaniolo-Pellegrini, un anno in Rolls Royce. De Rossi, ingrata nostalgia

E’ stato un anno difficile, tra i più complessi del decennio appena terminato. Un anno che ha visto l’addio improvviso di De Rossi e quello prevedibile di Totti. Un anno che ha visto l’exploit di Zaniolo e Pellegrini ma pure i flop di Under...

Francesco Balzani

LaPresse

ZANIOLO E PELLEGRINI 8

Il Time ha eletto Greta Thunberg come persona dell’anno. L’impatto della ragazza svedese ha unito ma allo stesso tempo diviso tutto il mondo. Di sicuro ha scosso le coscienze. Un effetto che nel (decisamente più effimero) calcio di Trigoria ha avuto senza dubbio Nicolò Zaniolo che di conseguenza si prenderebbe la prima pagina del Time a tinte giallorosse del 2019. Anche la cabala è dalla parte dello scarto più nobile e rimpianto dall’Inter: è suo il primo gol dell’anno contro il Torino così come è suo l’ultimo contro la Fiorentina. Un cerchio che si chiude, l’alfa e l’omega di un anno vissuto a mille all’ora. Zaniolo si è ritrovato catapultato dalle partite di Primavera ai campi di mezza Europa. Si è preso la Roma prima e la maglia azzurra poi, ha segnato due gol in Champions in un ottavo di finale e si è saputo subito rialzare dopo essere caduto perché abbagliato dalle prime e accecanti luci della ribalta. Ha capito che in questo mondo basta un granello di polvere per rovinare un ingranaggio quasi perfetto. Lo ha fatto a poco più di 20 anni, molti di noi non lo hanno capito dopo quasi 40. Otto pieno, e non può essere di più visto che la caduta tra fine aprile e luglio c’è stata. Se volete rivedervi i suoi gol consigliamo “E’ sempre bello” di Coez, che è la canzone più ascoltata in Italia nel 2019. E otto lo merita l’altro ragazzo della Mejo gioventù giallorossa. Non è nato in Liguria da mamma romanista bensì a Cinecittà da due genitori romani doc che lasciano al figlio le glorie della ribalta. Si chiama Lorenzo e di cognome fa Pellegrini. La sua ascesa a livello tecnico e caratteriale è paragonabile alla scalata di pubblico e critica di un film come Joker. Rispetto al personaggio interpretato da Phoenix, però, Pellegrini mantiene innato il talento senza perdere la testa da sopra le spalle. Incoronato da Totti, amato da Dzeko per gli assist al bacio e stimato da Fonseca. Anche lui ha pagato il crollo primaverile che ha colpito le gestioni Di Francesco e Ranieri, ma oggi è qualcosa più di un punto fermo. C’è solo una cosa da fare: togliere la clausola e rinnovare il contratto. In questo caso consigliamo una playlist dei suoi assist con un sottofondo di Ultimo. I due hanno la stessa età, e la stessa bella faccia romana.

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FONSECA E SMALLING 7,5

Mezzo voto in meno se lo prendono due che hanno conosciuto solo la seconda faccia di un 2019 bipolare. Loro non sono romani, né italiani ma sembrano conoscere la serie A da secoli. Paulo Fonseca, portoghese, è una delle rivelazioni straniere in panchina degli ultimi 10 anni. Dopo un comprensibile rodaggio si è calato benissimo nella realtà italiana mostrando un’intelligenza non comune. Ha gestito sin da subito questioni complicate (vedi Dzeko), non ha avuto paura di fare scelte difficili (Florenzi) e ha rinunciato all’ortodossia. Quest’ultima è una dote che non hanno saputo gestire tecnici come Giampaolo o lo stesso Di Francesco. L’altro 7,5 è tutto per Smalling. Il vegano di Greenwich è il difensore inglese più forte di sempre in serie A, e non temiamo smentite. Si è preso la difesa a suon di Bad Guy di Billie Eilish. Lo dimostrano i numeri. Siamo pronti a dargli 9 se dovesse scegliere la Roma anche per tutto il 2020. Nell’anno della Brexit speriamo Chris scelga il Made in Italy. Le ultime notizie sembrano andare verso quella direzione. Come on.

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