"Dopo questa partita ritengo sia giusto dare un segnale. Mi dimetto”. Non lo ha detto Fonseca al 90’ di un’altra pagina abominevole della storia della Roma. Lo disse Claudio Ranieri il 20 febbraio del 2011 quando, proprio a Genova, vide capitolare la sua Roma (che l’anno prima aveva sfiorato il titolo) per 4-3. Stavolta a Marassi non c’è stata nemmeno la reazione di una squadra che ha abbandonato la stagione con un mese abbondante di anticipo. Non solo. Che ha umiliato l’amore di quei tifosi che gli hanno concesso una, cinque, cento chance per redimere due stagioni da schiaffi. “Questa rosa è da settimo posto, ma potevamo fare di più”, è l’ennesima giustificazione di Paulo che sembra parlare della squadra di un altro e che a dimettersi non ci pensa proprio nonostante il divorzio sia certo come le fragole a primavera.. A fine partita proprio Ranieri gli ha fatto i complimenti, come accadeva a Luis Enrique nel suo anno romano. Una lezione quella di Claudio sul campo, ma Fonseca potrebbe impararne un’altra rileggendo quella storia di fine febbraio.
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Fonseca, ora da Ranieri impara un’altra lezione
Una lezione quella di Claudio sul campo, ma Fonseca potrebbe impararne un’altra rileggendo quella storia di fine febbraio
Un tecnico, il portoghese che 15 mesi fa diceva sì alla Roma dopo il no di Antonio Conte. Oggi uno festeggia lo scudetto, l’altro arranca sulla Conference League. Le rose non sono le stesse, lo sappiamo. Ma sappiamo che la differenza di quasi 30 punti in campionato (gli stessi che dividono Roma e Benevento) rappresentano un divario ingiustificabile. L’anno di transizione dei Friedkin è diventato così un anno di distruzione alla faccia di chi dice che “la Roma migliora di giorno in giorno”. Oggi troviamo difficoltà a trovare più di cinque calciatori da tenere per la prossima stagione. E’ davvero così? Questa rosa è davvero così scarsa? Il dubbio resta e la proprietà poteva toglierselo a gennaio quando l’occasione per salutare Fonseca era stata clamorosa. Oggi esonerarlo non serve per salvare la stagione ma il solo pensiero di dover giocare contro Manchester, Inter e Lazio in queste condizioni da Bounty silente fa venire i tremori. Una scossetta magari potrebbe rianimare qualcuno tra un selfie e l’altro. Si dice che i fallimenti non sono tali fintanto che non si smette di provare. Questa Roma di provarci ha smesso da tempo. Ha fallito. Ha fallito Fonseca che forse dovrebbe imparare da Ranieri. E questa non è stata nemmeno una storia d’amore da ricordare. Quindi lasciarsi non dovrebbe essere così traumatico. Per nessuno.
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