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De Rossi: “Mi ritiro, torno in Italia. Voglio fare l’allenatore”

Il presidente Ameal: "Non va via per ragioni calcistiche o per mancanza di affetto. Sono stato piacevolmente sorpreso. In poco tempo ho incontrato un grande uomo, che dice quello che pensa e sente"

Redazione

La notizia è arrivata nel primo pomeriggio italiano (mattina in Argentina): Daniele De Rossi lascia il Boca Juniors nonostante il contratto lo vincolasse agli Xeneizes fino al giugno 2020 e soprattutto dà l'addio al calcio giocato. Per le 15.00 locali (le nostre 19) è stata indetta una conferenza stampa del presidente del club di Buenos Aires, Jorge Amor Ameal. Insieme al patron, presente anche l'ex capitano della Roma.  Queste le loro parole:

AMEAL

"Grazie a Daniele, ma oggi ci saluteremo e non per motivi calcistici o per mancanza di affetto. La cosa logica e normale era accompagnarlo per tutto ciò che voleva dire e vi diremo le cose che accadono. Sono stato piacevolmente sorpreso. In poco tempo ho incontrato un grande uomo, che dice quello che pensa e sente. Solo guardandolo, si capisce la sua onestà. Purtroppo nel calcio non è stato possibile risolvere questa situazione. Ci lascia un grande ricordo anche nel breve termine".

DE ROSSI 

"Nessuno nella mia famiglia ha problemi di salute, né abbiamo problemi seri. Pensavo che l'avrei gestita diversamente, ma no. Ho bisogno di avvicinarmi alla mia famiglia. Mi manca molto. Non ho discusso con Roman o la nuova dirigenza. Ho avuto il piacere di lavorare con loro due o tre giorni, hanno cercato di convincermi. Dal primo giorno in cui ho detto loro che la mia decisione era definitiva, mi hanno dato altro tempo per vedere se avessi potuto risolverlo diversamente. Non ho bisogno di aiuto, devo andare a casa. Mia figlia maggiore è l'unica rimasta in Italia. Ha 14 anni e ha bisogno di suo padre. Sicuramente continuerò a lavorare nel calcio in Italia. Mi hanno offerto tempo e aiuto, ma devo tornare a casa mia. Dico addio al calcio e ad un club che è entrato nel mio cuore. Lascio il mio lavoro, il mio sport, la mia passione. Stava per succedere a giugno o dicembre. È stata un'avventura diversa da come era la mia vita. Non avrei mai pensato che avrei potuto amare così tanto un club che non fosse la Roma. Una parte del mio cuore resterà qui. E chissà che le nostre strade non possano incontrarsi ancora. Tornerò a guardare le partite, a stare insieme con gli amici. Le persone che ho trovato qui hanno trasformato la mia avventura in qualcosa di magico. È difficile per me partire senza aver lasciato qualcosa di importante nel calcio. Il popolo del Boca mi lascia più di quanto io abbia lasciato a loro. Questa squadra vuole fare bene. I tifosi amano molto il club, più di quanto pensassi". 

Sul futuro: "Scoprirò come la mia vita si evolverà dopo il calcio. Vorrei fare l'allenatore, ma dovrò studiare. Non mi allontanerò molto da questo mondo, il calcio è la mia vita. Sono stato piacevolmente sorpreso".

Sui rapporti con Alfaro: "Mi sono sempre trovato molto bene con lui e il suo staff tecnico. Ho incontrato un grande uomo, che ha dato tutto. Ho un grande ricordo di Gustavo. Ci siamo abbracciati e ci siamo salutati con grande affetto".

Sul calcio argentino: "Tutti erano molto affascinati da questa fase della mia carriera e della mia vita. In Europa non si crede che il calcio argentino sia competitivo. Addirittura l'Argentina e Buenos Aires sono ritenute pericolose. Gli argentini devono inviare un altro messaggio. È una città con un grande cuore. È molto importante, non dimenticherò mai questi sei mesi. Sono triste, volevo che durasse ancora un po'. Terrò con me molti ricordi. L'abbraccio con ogni giocatore, l'incontro con Maradona, le persone che cantano dopo aver perso con il River con le lacrime agli occhi. Non lo dimenticherò ed è qualcosa che non esiste in un altro club".