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C’era una volta il derby: ecco le 10 coreografie più belle nella storia della Curva Sud – FOTO

Francesco Balzani

Lazio-Roma 0-2

23 ottobre 1983

Qui si entra nella leggenda. La frase più bella da dedicare a una persona viene proposta dal Commando in chiave sportiva ed entra nella storia del tifo mondiale. L’anno dopo il secondo scudetto romanista si ripresenta il derby (vinto ovviamente con gol di Nela e Pruzzo) e la Sud si supera. Descriviamo la storia di quel “TI AMO” con le parole di un grande storico romanista Massimo Izzi: “Quello che è certo, però, è che nessuna tifoseria al mondo, prima della Roma, ha potuto vantare uno striscione come quello del “TI AMO”. Per il derby del 23 ottobre 1983, la Curva Sud avrebbe dovuto essere metà gialla e metà rossa, per poi invertire i campi e divenire completamente gialla al momento dell’ingresso in campo delle squadre, quando si sarebbero scoperte cinque lettere di 15 metri d’altezza, per comporre il “TI AMO”.

Con un colpo di scena però, vennero negati i permessi per l’ingresso nello stadio dei 600 quintali di cartoncino giallo e rosso. Il martedì mattina si decise che visto che la stoffa sarebbe potuta entrare, il “TI AMO” avrebbe troneggiato da un bandierone composto a mosaico, che ad un segnale prestabilito si sarebbe composto. In quattro giorni e quattro notti nacque, “20×60”, quella che è la Cappella Sistina del tifo mondiale. Montato in una villa isolata, lo striscione fu definitivamente pronto alle 3:30 della domenica e fece il suo ingresso all’Olimpico alle 10.30, a bordo di un camioncino. L’ultimo rovescio da superare si trasforma nel tocco definitivo di leggenda. Lo striscione, 1300 mq, non può essere montato in campo per disposizioni della Lazio che in quel derby figura come squadra ospitante. Si monta il tutto, in maniera miracolosa, direttamente in Curva, ultimando il lavoro alle 14:05.

La Sud risponde agli striscioni della Lazio (del testo se n’è persa memoria) con l’urlo “Campioni” innalzato da tutta la Curva e dallo striscione: “La nostra certezza è grande come la vostra illusione”, poi, alle 14:25 ecco il “TI AMO” che lascia in un silenzio assoluto tutto lo stadio. Lo striscione perfetto è quello che non lascia spazio a repliche, ma neanche agli insulti, che nega persino lo sfogo della rabbia. I tifosi della Roma sono stati capaci di questo, inventando un “linguaggio” nuovo. Negli ultimi 30 anni, la memoria degli striscioni ha iniziato ad essere preservata anche dalle opere librarie e di memorabilia calcistica in generale…”

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