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Carrera a FR: “Alla ripresa tutto azzerato. L’abitudine di Fonseca alle lunghe soste non sarà un vantaggio”

L’allenatore dell’AEK Atene con un passato in Russia e in Italia sponda Juventus mette in risalto anche il valore della Roma del passato: “Quella che affrontai era molto più forte”

Dario Marchetti

Massimo Carrera ora allena in Grecia l’AEK Atene, ma fino alla scorsa stagione era il tecnico dello Spartak Mosca. Come Fonseca in Ucraina era abituato a lunghe soste per le pause invernali che interrompevano l’annata, proprio come sta accadendo ora in Serie A a causa del coronavirus. Ma il tecnico, in esclusiva a Forzaroma.info, ne è certo: “Nonostante l’abitudine non sarà un vantaggio, tutti ripartiranno da zero”. Poi tanti altri temi trattati: dalla preparazione atletica al valore della Roma nel 2013 rispetto alla squadra attuale: “Quella che affrontai con la Juventus era molto più forte”. Di seguito l’intervista integrale

Com’è la situazione in Grecia?

Io sto bene, siamo chiusi in casa e ci sono pochi casi qui, non come in Italia. La gente sembra che capisca l’importanza di non uscire. Speriamo che si argini presto tutto questo.

In Belgio si è assegnato il campionato, mentre nel resto d’Europa si va nella direzione opposta: aspettare per riprendere a giocare. Che ne pensa?

Se in Belgio hanno preso questa decisione avranno avuto i loro buoni motivi. E’ normale che sarebbe bello ripartire, ma in questo momento non è possibile. Mancano tante partite tra Champions ed Europa League. Si può comunque trovare una soluzione per ricominciare e dare un segnale positivo, anche se prima bisogna tutelare la salute di chi lavora e dei tifosi. Sarebbe bello poter giocare con gli stadi pieni e non chiusi.

Qualora si riprendesse a giocare le squadre sarebbero ferme da due mesi quasi. Come riporta un allenatore in condizione la squadra?

Non è semplice perché è una cosa anomala. Di solito un giocatore è fermo al massimo 30 giorni, non due mesi. A casa qualcosa per lavorare sulla forza si può fare, ma non è facile ripartire subito. Quando riparti di solito hai a disposizione di 30-40 giorni per preparare una stagione, ci sono le amichevoli e tutto un lavoro particolare dietro. Bisogna capire quanto tempo ci lasciano. Non possono dire oggi che tra dieci giorni si riparte. E’ impensabile mettere un essere umano in campo così, dopo neanche dieci giorni. Non siamo macchine che basta girare la chiave perché poi si rischiano gli infortuni.

Secondo lei di quanto tempo ci sarebbe bisogno una volta ricominciati gli allenamenti?

In tre settimane si può cercare di fare bene. Sicuramente è difficile perché non avendo competizioni ufficiali puoi fare tutte le amichevoli che vuoi ma non è facile tenere alta la tensione e la motivazione sapendo che non giochi per un mese.

Alla ripresa però difficilmente potranno farsi ritiri o amichevoli: che cosa può fare un tecnico?

Se hai una rosa grande puoi fare le amichevoli in famiglia. Ora è difficile anche solo pensare a questo perché non si sa cosa succederà. Sarebbe bello ripartire , ma prima bisogna vincere la battaglia più importante di tutte sconfiggendo il virus. Bisogna stare a casa e fare tutti insieme dei sacrifici per debellare quanto prima questo coronavirus.

Allenatori come lei o Fonseca, abituati a gestire le lunghe pause invernali, siete avvantaggiati nel gestire la ripartenza?

Non è un vantaggio perché noi stavamo fermi 20 giorni, ma se non giocavamo in campionato facevamo allenamento e preparazione. In Russia e in Ucraina la pausa invernale è come la preparazione estiva in Italia. I giocatori non stavano mai fermi.

Tra gli allenatori in Italia, però, Fonseca è l’unico ad aver sperimentato una sosta lunga in mezzo al campionato.

Sì, ma la cosa particolare è che tutti quando si riprenderà partiranno da zero. Quando stai fermo per tanto tempo non so chi è che possa avere un vantaggio anche se in passato ha avuto modo di conoscere la sosta lunga.

Rispetto alla Roma che affrontava lei nel 2013 con la Juventus che squadra trova oggi?

Quella che affrontavamo era una Roma molto più forte con giocatori che abbinavano carisma e qualità come Totti e De Rossi. Ora stanno costruendo una squadra e c’è bisogno di tempo, nessuno ha la bacchetta magica e quindi bisogna avere pazienza costruendo piano piano il gruppo per arrivare lontano ma non subito. E’ un discorso orientato al domani e c’è in tal senso bisogno anche di un mercato che rinforzi la rosa con giocatori funzionali all’idea di gioco del tecnico.