Tammy Abraham ha vissuto una prima stagione memorabile alla Roma, superando Vincenzo Montella e Gabriel Batistuta ed eguagliando il record del club stabilito 93 anni fa da Rodolfo Volk: 24 gol alla stagione d'esordio. L'attaccante in vista del suo ritorno in Inghilterra per affrontare il Leicester in semifinale, ha rilasciato un'intervista a UEFA.com parlando dei motivi che lo hanno portato a Roma, dell'influenza di José Mourinho, dei tifosi giallorossi e della possibilità di essere capocannoniere solitario nella Conference League. Ecco le sue dichiarazioni:
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Abraham: “A Leicester con fiducia, possiamo battere chiunque”
Prosegue poi l'attaccante: "È una sensazione incredibile scendere in campo con i tifosi che gridano il tuo nome e incitano la squadra. Giovedì tornerò in Inghilterra e questa partita mi permetterà di dimostrare cosa ho imparato in Italia"
"Adoro questa città! È un'esperienza che non dimenticherò mai e venire qui è stato un sogno che si è avverato: volevo qualcosa di nuovo. Sono cresciuto in Inghilterra, quindi era bello conoscere una cultura diversa. Qui vedo la storia della città e mi godo il cibo, vivo bene ogni minuto. Sono andato a vedere il Colosseo, ne ho sentito parlare molto da bambino. Ci sono stato un paio di volte e ci passo davanti ogni giorno. Anche con la lingua va bene. Quando sono arrivato non capivo una parola, ma mi sto ambientando, prendo lezioni tutti i giorni e imparo. Se tutto va bene, tra un paio di mesi sarò più sciolto".
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Come sono i tifosi della Roma?
"Prima di arrivare qui, ho parlato con Fikayo Tomori e mi ha detto che i tifosi italiani sono molto calorosi. Una cosa è sentirlo da un tuo amico, un'altra è essere qui e viverlo di persona. Quando sono venuto allo stadio ho solo detto: 'Wow!'. È una sensazione incredibile scendere in campo con i tifosi che gridano il tuo nome e incitano la squadra. Sono straordinari. Fin dal primo giorno, mi sono innamorato di Roma, della squadra e dei tifosi. Mi hanno fatto sentire in famiglia da subito. Arrivare all'aeroporto e vedere i tifosi che mi aspettavano è stato entusiasmante. Spero di vincere l'Europa Conference League per rinsaldare ancora di più questo legame".
Che cosa le sta trasmettendo Mourinho?
"Le sue prime parole sono state: "Preferisci restare in Inghilterra, dove piove sempre, o venire al sole a Roma?" Abbiamo riso, ma poi ha detto: "No, sul serio". L'ho sempre considerato una figura paterna e secondo lui questo è il posto migliore per me in questo momento; posso lasciare un segno nel calcio italiano e farmi conoscere in tutto il mondo, non solo in Inghilterra. Per me era abbastanza. Lui sa quando ci sono con la testa e quando dormo un po'. Sa guidare davvero la squadra e ispirarla a volere di più. È una boccata d'aria fresca. Quando dobbiamo svegliarci, lui c'è. Quando giochiamo bene, ce lo dice ma vuole ancora di più. Un giocatore non potrebbe chiedere di meglio".
Le piace l'idea di essere uno, a pari merito, dei capocannonieri della Confernce League?
"Come 'a pari merito'? Pensavo di essere da solo! È una competizione nuova e importante, e molte squadre cercheranno di giocarla in futuro. Per me, segnare ed essere capocannoniere è un onore. Avrei dovuto segnare di più, ma è stata una bella avventura. C'è stato quello scivolone contro il Bodo/Glimt, ma non ci siamo lasciati distrarre. Siamo tornati più affamati di prima e abbiamo vinto la più importante delle quattro partite".
Come sarà tornare in Inghilterra e affrontare il Leicester?
"Stiamo andando forte, siamo convinti e in fiducia. Loro giocano un po' come noi, sfruttando il contropiede. Hanno giocatori molto veloci a cui piace correre, ma anche buoni centrocampisti. Dobbiamo prepararci con fiducia, perché se siamo in giornata possiamo battere chiunque. Si tratta solo di credere in noi stessi. Tornerò in Inghilterra e questa partita mi permetterà di dimostrare cosa ho imparato in Italia. Sono emozionato, credo che verrà a vedermi tutta la famiglia".
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