Christian Panucci
- Nazionalità:Italia
- Età:51 (12 aprile 1973)
- Altezza:1.84 m
- Peso:76kg
- Piede:Destro
- Valore di mercato: mln
PROFILO
Biografia
Christian Panucci è un ex calciatore che giocava nel ruolo di difensore, nato a Savona il 12 aprile del 1973. Figlio di Vittorio, postino con la passione del calcio e che ha giocato anche come attaccante nel Savona, è cresciuto calcisticamente nella sua città, prima di spiccare il volo e girare letteralmente l’Europa per seguire il suo sogno. È stato il primo italiano ad indossare la maglia del Real Madrid, per poi passare al Chelsea (dopo un breve ritorno in Serie A all’Inter). Panucci ha un figlio maschio, Juan (avuto dalla ex moglie Isabel Luiz spagnola di Tenerife), che studia per fare l’avvocato – come ha raccontato spesso lo stesso ex calciatore.
Curiosità
Dove vive Christian Panucci? Panucci principalmente vive nella sua casa alle porte di Roma, ai castelli, acquistata proprio negli anni un cui giocava nella squadra della capitale.
In che squadre ha giocato Panucci? Christian Panucci è stato il primo calciatore italiano ad indossare la maglia del Real Madrid. Prima di andare in Spagna ha giocato nel Genoa e poi nel Milan. Dopo l’avventura al Real è stato all’Inter, poi al Chelsea, Monaco, Roma e Parma.
Cosa fa oggi Panucci? Per qualche tempo ha collaborato come opinionista per diverse emittenti tv. Ha fatto anche il dirigente, nel Palermo di Zamparini ed è stato nello staff di Capello quando era alla guida della nazionale russa. Diventato allenatore è stato sulla panchina del Livorno, della Ternana e ct dell’Albania.
La carriera
Christian Panucci ha cominciato a giocare a pallone nella squadra di Savona, il Footbal Club Veloce fin da quando era un ragazzino e ci è rimasto fino al 1990, anno in cui è stato chiamato dal Genoa. Arrivato in rossoblù, è stato inserito nei ranghi della Primavera, ma ha dovuto aspettare meno di due anni per esordire in prima squadra. Nella stagione 1991-1992 ha calcato il campo in Serie A, nel maggio del 92, contro il Napoli. Partito dalla panchina, è subentrato a Bortolazzi. Era solo l’inizio per Panucci che, nella stagione successiva, è diventato titolare ed ha segnato il suo primo gol contro il Foggia (in una gara finita 2-2). Con il Genoa ha giocato 34 partite e segnato 4 reti. Poi è stato notato dal Milan a cui servita un terzino destro, anche se Panucci era in grado di giocare anche al centro della difesa, in caso di necessità. In più aveva una buona capacità di andare in rete, è tutt’oggi considerato uno dei difensori italiani più prolifici. A 20 anni appena compiuti ha firmato un contratto con il Milan, che ha versato 9 miliardi e mezzo di lire nelle casse del Genoa. Sulla panchina c’era Fabio Capello con cui ha stabilito un rapporto che si è mantenuto nel tempo, tanto che il tecnico friulano spesso poi, successivamente, lo ha voluto con se. Con i rossoneri, Panucci, ha popolato la bacheca di trofei. In poco più di tre stagioni ha vinto uno scudetto, appena arrivato, nel 1994. Nello stesso anno ha vinto la Champions. Da subito, nonostante si giocasse il posto insieme a Tassotti, ha conquistato la fiducia dell’allenatore che lo ha reso un punto cardine della difesa di uno dei Milan più vincenti di sempre. Nel 1994/95 ha conquistato la supercoppa Italiana e una supercoppa Europea. Nel 1996 ha conquistato un altro scudetto, ma sulla panchina rossonera era arrivato Arrigo Sacchi e Panucci aveva dovuto salutare Capello. Con il nuovo tecnico le cose non andavano benissimo, così nel gennaio del 1997 ha deciso di cambiare aria, lasciano il Milan dopo 134 partite, 12 gol e sei trofei. Dopo aver già vinto molto, è stato chiamato dal Real Madrid di Fabio Capello, diventando il primo giocatore italiano ad indossare la maglia delle Merengues. E anche in questa occasione ha avuto modo di arricchire la bacheca, vincendo subito il campionato. Panucci è rimasto al Real fino al giugno del 1999 e in un anno e mezzo ha portato a casa anche la supercoppa di Spagna, la Champions League e la Coppa Intercontinentale vinta contro il Vasco da Gama. Con un bottino di 96 presenze e 6 reti con il Real, il difensore è tornato in Italia, sponda Inter, trovando Lippi sulla panchina nerazzurra. I rapporti, nonostante le dichiarazioni di rito, non sono mai stati idilliaci. Fino a che si sono completamente rovinati: in occasione della gara con il Bari, in campionato, giocatore e allenatore hanno avuto un diverbio, a seguito di un malinteso durante un cambio in corsa. Così, a fine stagione, il difensore ha di nuovo cambiato casacca e si è trasferito a Chelsea. La carriera di Panucci è stata spesso caratterizzata da partenze dovute ai difficili rapporti con gli allenatori. Oltre le caratteristiche tecniche, un altro aspetto del calciatore è rappresentato proprio dal carattere spesso definito spigoloso da chi lo ha incrociato. Lui invece ha sempre amato definirsi troppo diretto in un ambiente a cui non viene troppo apprezzata la sincerità. La sua avventura al Chelsea è durata solo otto partite, poi è passato al Monaco in prestito con diritto di riscatto. E nel luglio successivo il club monegasco ha esercitato il diritto, per poi rivendere il calciatore alla Roma, nella finestra di mercato estiva, dopo solo 14 partite disputate dal difensore. Sulla panchina giallorossa c’era Fabio Capello, i due si sono ritrovati per l’ennesima volta a difendere gli stessi colori. E proprio grazie alla stima del tecnico per il giocatore, Panucci è diventato subito titolare inamovibile. Nella prima stagione nella capitale ha giocato 44 partite, tra campionato e coppe e segnato 4 reti. E’ stato il giocatore della squadra con più presenze in campo, insieme con Candela. Quella era la Roma che giocava con lo scudetto sul petto e alla fine della stagione il club ha deciso di esercitare il diritto di riscatto pagandolo 10 milioni di euro. In giallorosso ha passato otto stagioni e vinto una Coppa Italia – battendo l’Inter in finale per 6 a 2 con una doppietta siglata proprio da lui. Era il 2006/07, Capello già era andato via da due anni e l’allenatore era diventato Spalletti, arrivato sulla panchina giallorossa nell’estate del 2005. Progressivamente, Panucci, ha cominciato a perdere la sicurezza del posto da titolare. Per la fascia la Roma aveva comprato Cicinho e lui è passato al centro della difesa. In quello stesso anno la squadra, guidata da Spalletti, ha vinto la coppa Italia ed è arrivata seconda in campionato. Panucci, nonostante fosse di fatto una riserva, ha giocato 39 partite e segnato 6 reti. I rapporti con Spalletti non sono mai stati idilliaci, nonostante Panucci facesse sempre sapere di riconoscere nel tecnico toscano, delle doti di grandissimo allenatore, forse il migliore mai avuto. Proprio alla fine della stagione 2008/09, tra i due c’è stato un episodio che ha definitivamente rovinato il rapporto tra i due. Nel gennaio del 2009, in occasione della partita con il Napoli, l’allenatore ha comunicato la formazione e Panucci non era titolare. Venuto a conoscenza della situazione, c’è stata un duro confronto tra allenatore e giocatore (che già in un’altra occasione erano stati letteralmente separati da alcuni componenti della squadra, nello spogliatoio dopo una partita a seguito di una discussione degenerata), che si è letteralmente rifiutato di andare in panchina in quell’occasione. Subito dopo la partita ha fatto sapere di voler andare via proprio a causa dei difficili rapporti con l’allenatore, pur senza avere nessun accordo con altri club e nonostante fosse in scadenza di contratto nel giugno dello stesso anno. Panucci non è riuscito a partire a gennaio, entro la chiusura del mercato invernale ed è rimasto nella capitale. La società però lo aveva escluso dalle liste Uefa e lo ha messo fuori squadra. Provvedimenti che hanno spinto il giocatore a tornare sui suoi passi chiedendo scusa ai tifosi per quanto accaduto e anche ai dirigenti, ma mai direttamente al tecnico. Quanto ha fatto è bastato per tornare ad allenarsi con la squadra. Da quel momento in poi i rapporti tra giocatore e allenatore erano limitati al minimo, quanto bastava per una convivenza civile. Panucci da li in poi ha giocato diverse partite da titolare, anche quella contro il Catania, in cui ha anche segnato quello che sarebbe stato il suo ultimo gol con la Roma, era il 16 maggio del 2009. A fine stagione, scaduto il contratto, ha lasciato la Roma dopo otto stagioni, 315 partite e 31 gol. Dopo un mese, il difensore ha trovato l’accordo con il Parma con cui ha esordito il 23 agosto contro l’Udinese in trasferta. L’esperienza con i ducali è durata pochi mesi, alla fine del febbraio del 2010 ha deciso di rescindere il contratto e nell’estate successiva ha annunciato il suo addio al calcio giocato.
La nazionale
La carriera di Christian Panucci in nazionale italiana è cominciata con l’Under 21. A 19 anni e mezzo, con Cesare Maldini commissario tecnico, il difensore ha esordito con gli azzurrini. Era il 15 ottobre del 1992. Con la stessa squadra ha vinto gli europei nel 1996 e nel 1996, in questa edizione era il capitano del gruppo. L’Italia è arrivata in finale e ha vinto ai rigori con la Spagna, nonostante l’errore commesso dagli undici metri, proprio da Panucci. Nel 1994 ha fatto il suo esordio con la nazionale maggiore, sulla panchina c’era Arrigo Sacchi. Ha giocato la sua prima partita il 7 settembre del 1994, contro la Slovenia. Il ct lo ha convocato per tre partite di qualificazione al mondiale del 1998, ma poi ha scelto di non portalo in Francia. Panucci è tornato titolare nel 2002, con il cambio del commissario tecnico. C’era Giovanni Trapattoni sulla panchina, quando il difensore ha ritrovato un posto da titolare ed ha fatto parte della spedizione mondiale in Corea e Giappone, nel 2002. Proprio contro i padroni di casa, negli ottavi di finale, l’ex giallorosso ha combinato un disastro, provocando prima il fallo da rigore per la Corea – parato da Buffon – e sbagliando un appoggio in area azzurra, che ha portato la Corea al gol del pareggio. Quella è stata l’ultima gara degli azzurri nella competizione, usciti con il golden gol proprio agli ottavi. Panucci ha giocato anche agli europei del 2004, ma l’Italia è uscita ai gironi. Poi, dopo quell’esperienza, la federazione ha scelto Marcello Lippi come ct e a quel punto per Panucci si sono letteralmente volatilizzate le possibilità di tornare in azzurro visti i pessimi rapporti tra i due. Per questo non ha fatto parte della spedizione vincente del 2006, per poi tornare in nazionale nel 2007, con Donadoni sulla panchina. E proprio grazie alla sua rete, segnata il 17 novembre del 2007, l’Italia si è qualificata per Euro 2008 a cui ha preso parte. Durante quel torneo ha giocato praticamente sempre da titolare e ha segnato un gol contro la Romania, a 35 anni e 2 mesi, diventando temporaneamente, il marcatore azzurro più anziano della storia della nazionale. Record detenuto fino a quando lo ha superato Quagliarella (che ha fatto gol a 36 anni e spicci). Panucci ha dato l’addio all’azzurro dopo i quarti di finale di quell’europeo, persi contro la Spagna ai rigori; era il 22 giugno del 2008.