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Ibra e le cartine di tornasole

(Paolo Marcacci – ForzaRoma.info) Concentrarsi a guardare il Milan, negli ultimi tempi, è ciò che ci lascia meglio comprendere il momento storico attraversato dal campionato italiano;

Redazione

(Paolo Marcacci - ForzaRoma.info) Concentrarsi a guardare il Milan, negli ultimi tempi, è ciò che ci lascia meglio comprendere il momento storico attraversato dal campionato italiano;

innanzitutto per l'altissimo tasso di infortuni, soprattutto riguardanti i centrocampisti, che evidenziano i sintomi di un torneo sempre più gladiatorio, logorante ma talmente povero di contenuti da costringerci ad applaudire un passaggio rasoterra di quindici metri, ben indirizzato: come a dire che se Prohaska giocasse oggi varrebbe almeno venticinque milioni di Euro, e mi tengo basso.

Il Milan di Lecce, quello che ha affrontato il Cesena e quello di Catania, nove punti quindi posta piena, è una squadra che ha oltremodo faticato, mai impresso una vera supremazia in nessuna delle tre partite, stentato a contenere attaccanti come Di Michele o Maxi Lopez.

Ha saputo però attendere, non tanto dal punto di vista tattico, quanto da quello dell'occasione, cioè del momento in cui Ibrahimovic ha trovato il massimo grado di ispirazione e il miglior coefficiente di sintesi tra istinto ed esecuzione, con le giocate, sontuose, che ben conosciamo. Basta questo? La domanda ce la potrebbe porre, con ragione, un turista occasionale del campionato italiano, uno che non possiede tv satellitare e che per sentito dire si informa circa i risultati; noi sappiamo bene che basta, che al Milan sta bastando, perlomeno, assieme a qualche rimpallo malandrino e a qualche altra cosetta che trilla nei fischietti e nei pensieri dei direttori di gara.

Desolante anzichenò, soprattutto perché alla fine potrebbe bastare, facendo la differenza. Però che se lo tengano stretto, che lo conservino sotto una teca di vetro a mo' di reliquia in Sant'Ambrogio, perché al primo raffreddore non sappiamo come potrebbe mettersi la questione: in un campionato brutto per tutti, ci sono all'arrembaggio squadre come Roma e Inter che, perlomeno, il talento lo distribuiscono equamente e "appaltano" la licenza al capolavoro con percentuali eque a tanti fuoriclasse, non a uno solo, cannibalesco non solo sotto porta ma anche per ciò che concerne il diritto alla giocata da fenomeno. Ibra, insomma, è talmente bravo da rischiare di risultare, alla fine, pericoloso soprattutto per il Milan.