(Paolo Marcacci - ForzaRoma.info) Che cos'è un derby? Forse più che un apostrofo rosa è un raggio laser verde tra Lotito e Di Canio.
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Pomeriggio cinque
(Paolo Marcacci – ForzaRoma.info) Che cos’è un derby? Forse più che un apostrofo rosa è un raggio laser verde tra Lotito e Di Canio.
Siparietto? No, sipario sulle ambizioni biancocelesti, come avremo modo di constatare da qui in poi, con il senno di poi e il seno di prima, avrebbe detto Anna Falchi, laziale d.o.c., che sta per "Digerisco-offensiva-cinquina".
Finalmente anche il norvegese Riise, è una delle cose che ci fa più piacere perché a furia di aspettarlo ci stavamo facendo vecchi come MATUZALEMme, noto chirurgo maxillo-facciale in grado di operare senza bisturi, con la sola (o sòla?) imposizione della suola. Tribuna stramba, più che stampa, con i detrattori che a denti stretti dovranno sforzarsi di salire sul carro dei vinciTOTTI, dove gli abbracci saranno sempre meno dei goal. Si è giocato in un clima quasi invernale: Taglia-vento e soffia la bufera, scarpe rotte e piedi quadrati, se penso a Liechsteiner; c'è pure chi il controllo dei nervi lo mantiene di Radu, non è colpa nostra, così come prendiamo atto che Doni una volta tanto è semplicemente un cognome e non un sostantivo per spiegare i goal incassati. (Musl)era verde la mia valle, sembra pensare Reja rimpiangendo uno zero a zero che cominciava ad appagarlo; anche troppo secondo Sculli, igienista al punto tale che preferisce rifilare qualche gomitata piuttosto che strofinarsi su qualche colorante.
Del resto basta invertire un paio di consonanti e si passa dall'allergia all'allegria, quindi dalla Lazio alla Roma, ossia l'altra faccia della cinquina. Ci sarà la tombola? Per ora ci accontentiamo di non vedere più Tombolini, che peraltro tanti anni fa arbitrò un derby da quaterna. E se dalla tombola passassimo al sette e mezzo? Non so, ci certo avrei più di un'idea su chi potrebbe fare la matta, in qualche trasmissione locale a sfondo biancoceleste. A proposito: da ieri sera T9 non è più soltanto un sistema di scrittura per i nostri sms, ma anche un canale tematico per i nostri desideri più pruriginosi, meglio di quando venivano trasmessi i filmini soft-core del mitico Joe D'Amato, che avevano più tagli loro di un polpaccio di Totti. Ancora Totti? Si, due a zero, con una melodia lenta, tipo Gigliola CINQUEtti. O cinque etti? Che faccio, lascio? E' la domanda che deve essersi posto Edy Reja, ha lo stesso nome della mitica valletta Edy Campagnoli, e lo capite da voi ciò che lega Reja ai campagnoli: la battuta è di rigore, ma sotto la traversa, tipo mansarda di Muslera, che all'arredatore ha chiesto una lucetta verde per creare atmosfera: non volendo, ho fatto rima, c'ho un derby in più, rispetto a prima. Siccome il finale lo decreta Tagliavento, il Capitano è a un passo dai duecento. Potrei continuare, ma non voglio tediare, lettori come voi, di mente sopraffina; preferisco d'ora in poi, parlare di cinquina.
Oddio, ma che ho scritto?
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